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Il lavoro che riparte

Il ministro del Lavoro Calderone: "Ora rendiamo strutturale la decontribuzione". Il viceministro dell'Economia Leo guarda alla manovra: "Detassare le tredicesime"

Il lavoro che riparte

«Il nostro obiettivo è quello di portare al lavoro quante più persone possibili in tempi brevi anche perché abbiamo forti richieste delle aziende». Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ieri ha spiegato così il decreto varato il primo maggio. La titolare del dicastero di Via Veneto ha voluto avviare un'operazione verità contro le critiche dei sindacati soprattutto sui rischi di precarizzazione. «La maggior parte dei contratti a termine, oltre il 90%, durano meno di 12 mesi e il dl Dignità diceva che fino a 12 mesi il lavoratore e il datore possono sottoscrivere un contratto a termine senza causali. Solo in caso di rinnovo, da 12 a 24 mesi, dunque in presenza di una proroga bisognava apporre una causale. E noi siamo intervenuti su questo consegnando le causali alla contrattazione», ha spiegato sottolineando che si tratta di una «responsabilizzazione delle parti sociali».

La vera sfida, ora, è rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, un'operazione il cui costo è stimato in 10 miliardi di euro. «Ci deve essere una situazione che lo consente. Bisogna agire con prudenza con attenzione ai conti», ha aggiunto. Nel centrodestra c'è la speranza che in futuro possa rientrare l'emergenza energetica e non servano altri interventi a sostegno di famiglie e imprese per le bollette. Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha indicato il prossimo obiettivo: ridurre le tasse sulle tredicesime dei dipendenti «per mettere più soldi nelle tasche degli italiani nell'ultimo mese dell'anno, dove dovranno sostenere spese per le festività natalizie, per i regali ai figli e via dicendo; è tutto da valutare con le risorse». Si tratta di un target fissato dalla delega fiscale. Analogamente il viceministro vorrebbe rendere strutturale la misura sui fringe benefit aziendali, prevista dal decreto per innalzare fino a 3mila euro la soglia di esenzione. È un discorso che andrà affrontato in sede di legge delega e di manovra 2024. Ma un indizio anche in chiave di riforma Irpef l'ha dato. «Oggi abbiamo 227 crediti che cubano circa 36 miliardi di euro, su questi penso si possa fare un intervento di pulizia», ha detto.

Buste paga più ricche tra gli 80 e i 100 euro
Con il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti «penso che possiamo arrivare a 80-100 euro di cui si è parlato» in busta paga. Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha sostanzialmente smentito le critiche secondo cui l'intervento principale del decreto Lavoro - il taglio degli oneri contributivi da 4 miliardi - avrà un effetto modesto sulle buste paga. L'incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo da luglio che si aggiungerà a quanto decretato in legge di Bilancio (2 punti fino da 25mila a 35mila euro lordi annui, 3 punti sotto i 25mila euro) potrebbe portare benefici compresi tra 90 e 100 euro per i redditi intorno ai 30mila euro lordi annui. Il vero problema è rendere strutturale la misura il cui costo è stimato dal ministro del Lavoro Calderone attorno ai 10 miliardi di euro annui, ma se ne riparlerà da ottobre in sede di manovra. Occorre poi ricordare due altri interventi previsti dal decreto: la detassazione dei fringe benefit (o dei contributi per il pagamento bollette) per i lavoratori dipendenti con figli a carico, un impegno da 142 milioni per il 2023. È inoltre prevista una dotazione di 60 milioni per il potenziamento dei servizi socio-educativi per l'infanzia in modo tale da rendere più sostenibile la conciliazione dei tempi di vita e lavoro per i genitori con figli. Previsto un incremento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale. La bozza, però, non indica ancora l'importo.

Aiuto fino a 630 euro Partirà con il 2024
Dal primo gennaio 2024 l'Assegno di inclusione sostituirà il reddito di cittadinanza). Il beneficio avrà un tetto massimo compreso tra 500 e 630 euro mensili e non sarà inferiore ai 40 euro. Previsto un contributo di massimi 280 euro mensili per il sostegno al canone di locazione e una parametrazione in base ai componenti del nucleo familiare. Per le persone occupabili dai 18 ai 59 anni è istituito lo strumento di attivazione da 350 euro mensili. In entrambi i casi è previsto che i percettori, salvi i casi di inabilità, si attivino per impiegarsi. In base all'ultima bozza del decreto l'offerta di lavoro sarà considerata congrua ricevuta tramite il nuovo Siisl non potrà essere rifiutata pena la decadenza dal beneficio se riferita a un rapporto a tempo indeterminato nell'ambito dell'intero territorio nazionale. L'offerta sarà considerata congrua con un contratto a tempo determinato qualora il luogo di lavoro non disti più di 80 chilometri dal domicilio. Assumere i beneficiari dell'Assegno e dello Strumento comporterà uno sgravio contributivo del 100% per 12 mesi fino a 8mila euro (del 50% fino a 4mila euro annui parametrati su base mensile per contratti a tempo determinato). Confermato lo sgravio fino a 3mila euro per l'autoimpiego e quello del 60% per l'assunzione di giovani «Neet» (che non studiano né lavorano). Se le agenzie per il lavoro contribuiscono al collocamento, percepiscono il 30% degli sgravi.

Per i non occupabili deroga per tutto l'anno
Per i beneficiari non occupabili il reddito di cittadinanza sarà erogato fino a fine 2023, senza il limite delle sette mensilità introdotto della legge di Bilancio. È quanto si legge nell'ultima bozza del decreto Lavoro, prima dell'entrata in vigore dell'assegno di inclusione a gennaio 2024. La deroga vale solo per i nuclei familiari con disabili, minorenni o con over 60; prima della scadenza dei sette mesi, i nuclei dovranno essere presi in carico dai servizi sociali, in quanto non attivabili al lavoro. Il provvedimento prevede sette miliardi nel 2024 per l'assegno di inclusione e lo strumento di attivazione. All'assegno destinato alle famiglie non occupabili sono destinati 5,6 miliardi, mentre all'attivazione per gli occupabili circa 1,4 miliardi. La cancellazione del reddito di cittadinanza consente di risparmiare il prossimo anno oltre 8,7 miliardi. Lo stanziamento per gli anni successivi va dai 5,6 miliardi per il 2025 agli oltre 6 del 2032 e 2033. Allo strumento di attivazione - la misura di sostegno pari a 350 euro al mese per gli occupabili - sono destinati 122,5 milioni per il 2023, poi 1,35 miliardi per il 2024, 1,19 per il 2025 per poi calare sotto il miliardo dal 2026. Lo stanziamento sarà poi di 557 milioni dal 2027. Da segnalare anche l'istituzione del Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa in capo al ministero del Lavoro per monitorare erogazione dei sussidi e avviamento al lavoro.

Causali meno vincolate tra i 12 e i 24 mesi
In arrivo meno vincoli sulle causali per i contratti a termine tra i 12 e i 24 mesi: sono affidate ai contratti collettivi o, in assenza della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva (in questo caso comunque entro il 31 dicembre 2024). Resta sub iudice (sebbene sia probabile una sua definitiva cancellazione) una delle novità contenute nell'ultima bozza, ossia la corresponsione di una «buonuscita» da 500 euro per i contratti a termine di 24 mesi non rinnovati alla scadenza. Il decreto Lavoro prevede anche la possibilità per le aziende e i gruppi di aziende con oltre 1.000 dipendenti di ricorrere fino al 31 dicembre 2023 ai contratti di espansione previsti nell'ambito dei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione. Per i lavoratori è previsto uno scivolo pensionistico con l'anticipo di 5 anni. Viene, inoltre, innalzata la soglia delle cosiddette prestazioni di lavoro occasionale da 10mila a 15mila euro per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento. Maglie più larghe, infine, per l'utilizzo degli algoritmi nella gestione dei rapporti di lavoro. Gli obblighi informativi in capo al datore di lavoro previsti dal dlgs Trasparenza scatteranno solo in presenza di sistemi decisionali o di monitoraggio «integralmente» automatizzati.

Allo studio nuovi sgravi per l'autotrasporto
Il decreto Lavoro intende rifinanziare i crediti d'imposta sugli acquisti di gasolio per le imprese di autotrasporto e di trasporto pubblico. L'articolo, tuttavia, è in fase di verifica al ministero dell'Economia, secondo l'ultima bozza, anche perché il costo stimato è di 300 milioni sebbene l'impennata dell'inflazione registrata ieri dall'Istat renda necessari nuovi interventi per evitare che i maggiori costi dei carburanti si riflettano ulteriormente sui prezzi al consumo. In pratica, si destinano 85 milioni del decreto Aiuti-quater di settembre al credito d'imposta del 12% per l'acquisto di gasolio, mentre altri 15 milioni sono destinato alle imprese di trasporto persone. Infine, il comma della legge di Bilancio dedicato a un analogo sgravio viene rifinanziato per 200 milioni. Da notare, inoltre, un contributo di 14,5 milioni per il 2023 e il 2024 per il potenziamento dell'Agenzia Industrie Difesa affinché si possa procedere anche a un incremento della dotazione organica nonché all'apertura di nuove filiere produttive. Aumentati di 30 milioni gli stanziamenti per i centri di assistenza fiscale (Caf) in virtù del maggior lavoro cui saranno sottoposti per la determinazione dell'Isee dei contribuenti interessati all'assegno unico, alle altre provvidenze anti-inflazione nonché al suo calcolo a beneficio di coloro che intenderanno accedere ai nuovi sussidi che sostituiranno il reddito di cittadinanza.

Stretta sugli stipendi dei top manager
Il Tesoro cercherà di risparmiare sulle remunerazioni dei manager delle spa di Stato. Il decreto Lavoro prevede che il ministero dell'Economia «nell'esercizio dei diritti dell'azionista inerenti l'approvazione della politica di remunerazione delle società con azioni quotate eserciti il diritto di voto al fine di assicurare che vengano adottate strategie dirette a contenere i costi, volte a privilegiare le componenti variabili direttamente collegate alle performance aziendali e a quelle individuali». Insomma, più premi di risultato e meno parte fissa. È invece saltato il comma che prevedeva l'esercizio del diritto di voto del Mef «per escludere la corresponsione di indennità o emolumenti comunque denominati di fine mandato o di risoluzione del rapporto di lavoro dipendente dalla volontà del lavoratore». Il decreto stabilisce inoltre la possibilità proroga di altri 6 mesi della cassa integrazione dei lavoratori Alitalia, che però potrà essere concessa «soltanto previa attivazione di un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d'impresa». Per il provvedimento vengono assegnati 135,1 milioni per il primo semestre 2024. Stanziati poi 13 milioni per il 2023 e 900mila euro per il 2024 per ulteriori ore di Cigs fino al 31 dicembre 2023 per le aziende in «situazioni di perdurante crisi che non siano riuscite a dare completa attuazione nel corso del 2022 ai piani di riorganizzazione».

In pratica, si tratta dell'ex Ilva.

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