Guerra in Israele

Milano, Londra, Berlino: è allarme antisemitismo. Il cuore dell'Europa batte troppo per Hamas

In centomila nella City, tra bandiere talebane e inni dell'Isis. In Germania 1.100 reati di odio contro gli ebrei dal 7 ottobre. E la burocrazia Ue a favore della Palestina preoccupa le istituzioni

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Dietro lo slogan «Palestina libera» e la manifestazioni pro Gaza in corso da giorni nelle città europee, si diffonde un sentimento antisemita e giustificazionista di Hamas. Da Londra a Berlino, da Marsiglia a Parigi passando per Milano e Roma, si moltiplicano i cortei a cui partecipano frange islamiste radicali.

Sabato a Londra si è tenuta una grande manifestazione con più di 100mila partecipanti a sostegno della Palestina che scandivano cori che il ministro dell'Interno inglese Suella Braverman ha definito «antisemiti» come lo slogan «dal fiume al mare, la Palestina sarà libera». Anche a Birmingham, Manchester e Cardiff sono stati organizzati cortei che hanno all'arresto di dieci manifestanti ma ciò che più colpisce sono le bandiere dei talebani e i cartelli con scritto «Eserciti musulmani! Liberate la Palestina!» mentre alcuni dei presenti invocavano la jihad. In un editoriale sul Daily Mail, l'intellettuale conservatore inglese Douglas Murray, ha commentato: «Il fatto è che questo non è un problema di Israele, ma nostro. Sono le nostre città a essere piene di queste voci. Così come sono gli scolari ebrei delle nostre città che ora devono nascondere le loro uniformi e le loro kippah o le loro scuole devono essere chiuse».

Non va meglio nel resto d'Europa dove numerose manifestazioni pro Palestina sono degenerate in scontri con la polizia, nei giorni scorsi a Berlino centinaia di persone hanno marciato per le vie del centro con più di centosettanta arresti e la Polizei ha registrato dal 7 ottobre oltre 1.100 reati in relazione al conflitto tra Israele e Gaza.

Purtroppo neanche l'Italia è esente da questa deriva come testimonia la manifestazione di sabato a Milano. Il presidente della comunità ebraica meneghina Walker Meghnagi ha chiesto un incontro con il sindaco Sala e il presidente della regione Fontana: «Non è possibile fare finta di niente di fronte agli incitamenti all'odio e a uccidere chi è di religione ebraica sentiti nella nostra città». Come spiega al Giornale Giorgio Cella, analista di politica internazionale e docente all'Unical: «Le azioni violente di alcune componenti militanti della Umma (la comunità globale dei fedeli islamici), come già brutalmente visto con i recenti attentati a Bruxelles, potrebbero nuovamente ripetersi». Cella poi aggiunge: «Le masse di cittadini di fede islamica nelle capitali europee - in grande crescita demografica, da Parigi a Bruxelles, da Londra a Mosca - sono cresciute sia sul piano demografico che in quanto elemento di pressione politica interna ai vari Paesi occidentali, Russia compresa».

Mentre in Europa si diffonde il radicalismo islamico, nei corridoi dell'Unione europea va in scena una surreale protesta da parte di un gruppo di 850 dipendenti che ha scritto a Ursula Von der Leyen esprimendo preoccupazione per il suo «sostegno incondizionato» a Israele.

Per le campagne pro velo islamico e i finanziamenti alla Palestina nessuno ha battuto ciglio ma se il Commissario europeo si schiera con Israele, scatta la ritorsione (politica) dei dipendenti dell'Ue che non si accorgono cosa sta accadendo attorno a loro nelle città europee.

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