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Mou-Sarri: derby delle chiacchiere muto

Tecnici in silenzio dopo una settimana di provocazioni. C'è la sosta, chi perde...

Mou-Sarri: derby delle chiacchiere muto

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Roma - Guardando la classifica, il derby della Capitale numero 185 di campionato non può essere certo una sfida di prestigio. Ma c'è la sfida con la S maiuscola, anche a livello verbale, che nobilita una partita al momento da media classifica. Maurizio Sarri contro Josè Mourinho, due filosofie opposte, due strategie comunicative diverse anche se ieri sono rimasti entrambi muti. Taciturno, introverso, ma con uscite irriverenti il primo, soprannominato il Comandante perché come raccontava Jorginho ai tempi del Chelsea «è meglio non farlo arrabbiare troppo»; grande uomo di spettacolo, provocatorio e totalizzante il secondo, meglio noto come Special One, definizione nata quando lui si definì tale dopo il sorprendente successo della Champions '04 sulla panchina del Porto.

Annus domini 2021 e nella Capitale Mourinho e Sarri vengono annunciati a distanza di 36 giorni l'uno dall'altro: il 4 maggio il portoghese, il 9 giugno il toscano, tanto che in molti pensano a una risposta di Lotito al colpo dei Friedkin. La storia delle loro sfide ha un lustro di vita, dal primo incrocio in Premier League nel 2018 - finito tra le polemiche per i gesti irrispettosi verso Josè dell'assistente di Sarri, con quest'ultimo che fece da paciere - ai quattro confronti capitolini, tre dei quali vinti dal tecnico laziale, con un solo successo largo del romanista. Lontani i tempi in cui Sarri, appena approdato in biancoceleste, diceva che Mourinho gli stava «simpatico». Ci hanno pensato il tempo e le sfide successive ad alimentare la rivalità, tanto che oggi il duello verbale tra i due appare l'argomento più succoso di un derby che in molti pronosticano da deludente pari, perchè nessuno può farsi male prima della sosta.

L'ultimo botta e risposta in salsa europea («noi una battaglia, loro un'amichevole...», così Sarri al quale Mou ha replicato «rispetto per gli avversari, è questa la differenza tra chi ha 26 titoli e chi pochi...») ha dato pepe alla sfida. Prima tanti «bracci di ferro», con Mourinho risultato lì più vincente rispetto al campo, vedi la famosa stoccata sulla «retrocessione» in Conference League dei cugini a inizio 2023 («loro ora sono i favoriti per vincere la Coppa, anche se il signor Tare - l'ex ds biancoceleste, ndr - non la vuole giocare»).

La parola oggi passerà al campo, con i giallorossi feriti dal ko europeo, definito «prova orribile» da Mou, e i laziali vincitori di «corto muso» in Champions.

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