Economia

StMicroelectronics taglia oltre 2mila posti nella sola Europa

Il titolo torna sopra i 13 euro grazie anche ai positivi risultati di Texas Instrument e alle buone previsioni di vendite di Nokia

Maddalena Camera

da Milano

Il mercato dei microchip è in ripresa. Lo dice la società di ricerca Gartner, che prevede un aumento del fatturato globale del settore da 228 a 233 miliardi di dollari, e lo dicono i risultati aziendali. Così ieri Stmicroelectronics, dopo mesi di ribassi, è riuscita a riportarsi sopra i 13 euro grazie a un rialzo del 2,2%. A spingere il titolo sono i positivi risultati del gigante Usa Texas Instruments. Il leader mondiale nella produzione di chip per la telefonia mobile ha infatti alzato le stime del suo giro d’affari grazie alle rosee previsioni di vendite di cellulari di Nokia che è il suo maggior cliente. Come del resto lo è per StM.
A favorire la ripresa della società ora guidata da Carlo Bozotti che ha preso recentemente il posto occupato per 25 anni da Pasquale Pistorio ci sono anche altri fattori tra cui un cambio di raccomandazione (da «reduce» a «buy») da parte di Ubs. Ieri inoltre la società ha reso noto il piano di riorganizzazione delle attività europee che era stato annunciato circa 15 giorni fa in occasione di un incontro con la comunità finanziaria a New York. La riduzione dei posti di lavoro in Europa sarà dunque di 2.300 dipendenti entro la metà del 2006. Lo spiega la società in una nota diffusa dopo un incontro con l’organismo che rappresenta i dipendenti di tutti i siti europei del gruppo, che sono circa 33mila. Il progetto, si precisa, sarà ora presentato alle parti sociali in ciascuno dei Paesi interessati. L’azienda si impegna però «a fare il possibile per ridurre al minimo l’impatto sociale di questa riorganizzazione». Saranno insomma prese le misure, quando possibile, per favorire scelte volontarie (prepensionamento, creazione d’impresa, progetti personali, passaggi al part-time).
Sul fronte della produzione StM intende convertire a 8 pollici gli impianti produttivi oggi a 6 pollici, ottimizzare su scala globale le attività Ews (collaudo elettrico delle fette di silicio), armonizzare le funzioni di supporto riducendo costi e razionalizzando le attività e disimpegnare alcune attività. Tra le mosse c’è chi non esclude la cessione della divisione che produce chip di memoria che pesa per il 20% circa del fatturato e ha chiuso i primi tre mesi del 2005 in rosso. In Italia l’azienda prevede una riduzione di personale anche sul fronte della ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.

È prevista inoltre la modernizzazione di alcuni siti industriali come Agrate, Catania, Crolles, Rousset e Tours.

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