«L'architettura può essere veicolo di oppressione»

È la brasiliana Carla Juaçaba la vincitrice di arcVision Prize: il Nobel dell'architettura al femminile, ieri al suo debutto nell'Italia bollata di maschilismo. Ma per la legge del contrappasso, ad allentare il giogo sessista è stata un'istituzione che di femmineo non ha granché trattandosi di Italcementi, quinto produttore di cemento al mondo. A selezionare i migliori progetti demminili dedicati al sociale c'era una commissione di lusso, capitanata da Martha Thorne, dal 2005 la Direttrice del Pritzker (che il 17 annuncia il vincitore del 2013). Perché l'ArcVision è la declinazione al femminile della gara che ha laureato architetti come Renzo Piano, Zaha Hadid, Jean Nouvel. ArcVision si incrocia con la polemica di questi giorni sollevata da Daniel Libeskind: gli architetti non devono lavorare per dittatori o in Paesi incuranti dei diritti civili, ha tuonato l'architetto. È partita una scarica di invettive fra archistar.
Signora Thorne, con chi sta?
«L'architettura può essere un veicolo di oppressione. Però se le costruzioni sono d'utilità sociale, diventano strumento per traghettare Paesi verso forme più democratiche».
È il motivo per cui la giuria include anche politici donna?
«Esatto. Spesso i politici sono i commitenti degli architetti».
Non biasima l'architettura che esprime potenza e ricchezza? Le Dubai di turno?
«L'architettura non è per poveri o ricchi. Ci sono edifici simbolo di un evento, altri della ricchezza. Vanno bene tutti. Conta che gli architetti non si concentrino unicamente su questo tipo di architettura, devono pensare anche a strutture con finalità sociali».
Che ruolo ha oggi l'architettura?
«Rende le città più vivibili. Le costruzioni devono essere funzionali, espressione del proprio tempo e non repliche nostalgiche del passato».
Cosa difficile da realizzarsi quando un Paese, il caso dell'Italia, è carico di storia.
«Non possiamo preservare solo perché una cosa è vecchia. Ma in Italia c'è buon equilibrio fra difesa del passato e spinta verso il nuovo. Il design italiano è leader nel mondo».
ArcVision è un premio per donne. Esiste l'architettura al femminile?
«Esiste la buona e la cattiva architettura.

Non è una questione di genetica, sono l'ambiente e l'epoca storica a incidere sulla personalità di un architetto».
Cosa intende per buona architettura?
«Quella che risponde ai bisogni della società contemporanea ed emoziona chi la vive. Il tutto, nel rispetto dei budget previsti».

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