Dopo Falstaff, Oberto È tornato Verdi (scioperi permettendo)

Dopo Falstaff, Oberto È tornato Verdi  (scioperi permettendo)

Nella sala dei bottoni (e dintorni) del Teatro alla Scala si discute sul futuro timoniere, ovvero sovrintendente, con un livello di tensione da Usa vs Corea del Nord. Per chi ama gli intrighi di teatro, questa è una fase a calor bianco. Nel frattempo, in palcoscenico continua la vita musicale. Salvo scioperi dell'ultimo minuto. Così, dal 17 va in scena Oberto conte di San Bonifacio, lavoro con cui Giuseppe Verdi faceva il suo ingresso, nel 1839, nel teatro alla Scala. Un altro titolo verdiano a Milano, nei 200 anni dalla nascita del compositore. E che apre la parabola chiusa con Falstaff, scritta da un Verdi ottuagenario, e rappresentata alla Scala in gennaio.
L'opera è affidata a Riccardo Frizza, collocato nella rosa dei giovani alla Scala, «giovani» secondo gli standard italici considerando che Frizza, bresciano, ha 42 anni e un'attività di pregio. In realtà, il direttore designato per Oberto era l'astro nascente Andrea Battistoni che però, proprio un anno fa, venne dato in pasto ai leoni affidandogli - al debutto - un'operona come Le Nozze di Figaro: gli esiti fecero cambiare idea alla sovrintendenza sulle future collaborazioni con il giovanissimo Battistoni.
La Scala sta preparando una confezione tutta nuova per quest'opera del primo Verdi. Lo spettacolo, creato ad hoc, lo firma Mario Martone, napoletano, uomo di teatro ma anche d'opera dal 1999 quando realizzò per il San Carlo di Napoli Così fan tutte di Mozart. Si è fatto conoscere alla Scala due anni fa con il dittico Pagliacci di Leoncavallo e Cavalleria rusticana di Mascagni, quindi Luisa Miller nel 2012.
Oberto combina il tema degli affetti con quello della politica. C'è un padre, Oberto, che vuole vendicare il disonore della figlia Leonora, tradita dal libertino Riccardo. Emerge il tema politico: nel libretto si parla di faide di famiglie che si contendono il territorio del Veneto. Martone, come scrive nelle note di regia, è partito proprio da questo. Dalle «guerre tra bande in cui le alleanze nascono sui tradimenti. C'è un Medioevo nostro contemporaneo, quello delle società mafiose e camorristiche, antropologicamente diffuse al Sud ma come sappiamo drammaticamente ramificate in tutta Italia. Ho voluto provare a leggere l'Oberto nell'anno del bicentenario come il punto di partenza della capacità di Verdi di farsi riflesso del nostro inconscio più profondo, una voce capace di parlare qui, ora, attraverso la musica e il teatro, con un dolore e una chiarezza che travalicano il tempo e ogni contingenza storico-culturale».

La cantante di punta del cast è Sonia Ganassi, nel ruolo di Cuniza, la donna promessa sposa a Riccardo ma che alle soglie dell'altare scopre un Riccardo libertino, e finirà per allearsi con Leonora: la donna sedotta e abbandonata. Oberto sarà Michele Pertusi, e Maria Agresta indossa i panni di Leonora.

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