Filarmonica, via alla stagione Debutto alla Scala con Chung

Filarmonica, via alla stagione Debutto alla Scala con Chung

La stagione dell'Orchestra Filarmonica della Scala debutta stasera (ore 20). Ovviamente in casa: La Scala. Per questo esordio di stagione, conduce il direttore coreano Myung-Whun Chung, un asso della direzione. Con i suoi 76 concerti con la Filarmonica, il primo risale al 1989, Chung spicca fra i più assidui frequentatori dell'orchestra milanese, dopo Riccardo Muti, sul podio per 370 concerti e Carlo Maria Giulini (93 concerti). Per la verità, l'ultima volta che diresse la Filarmonica fu nel 2009, anno in cui progetti e trattative sfumate gelarono i rapporti con la Scala. Ora si è riaccesa la fiamma. Era previsto il ritorno il prossimo gennaio, con un concerto a Milano più una serie di tappe in Europa. E' stata poi la rinuncia, per motivi di salute, di Georges Pretre a far scattare questa sostituzione di lusso. Il concerto è stato preceduto dalla prova aperta riservata agli anziani, iniziativa nata dalla collaborazione con il Comune di Milano. Il programma combina due pagine di Maurice Ravel, Ma Mère L'Oye e la seconda suite di Daphie et Chloé, con i Quadri di un'esposizione di Musorskij.
Chung è nato a Seoul nel gennaio 1953, a pochi mesi dalla conclusione della guerra di Corea, un conflitto che sprofondò nella più assoluta povertà il Paese di Samsung e Hyundai, ora quarta economia asiatica. Parte della formazione di Chung è però americana, proprio negli Usa ha frequentato i corsi di perfezionamento al Mannes College e successivamente alla Juilliard School di New York. Tocco italiano, poi, deriva dalla frequentazione di Carlo Maria Giulini alla Los Angeles Philharmonic dove nel 1981 è nominato direttore associato. Ha avuto ruoli stabili a Parigi, all'Accademia di Santa Cecilia, dal 2005 della Seoul Philharmonic Orchestra, dal 2000 è Direttore Musicale dell'Orchestre Philharmonique de Radio France. E' ambasciatore della Corea del nuovo corso, sorta di Psy della musica classica, ovvero icona della vita musicale coreana, artista di riferimento in un Paese che - soprattutto in tema di lirica - guarda costantemente all'Italia, lo attesta la serie di studenti coreani nel nostro Paese per apprendere i segreti di bottega nell'arte del canto. La Filarmonica è un'«azienda» culturale privata, e sana: nel senso che ha i conti a posto, col saldo in attivo. Conta più di cinquanta presenze l'anno, è visibile, e capace di stare sul mercato anche con progetti che incorniciano l'attività sinfonica al teatro alla Scala. Quello di oggi è il primo di dieci concerti (sempre di lunedì), con direttori di pregio, più una serata d'ospitalità offerta ai Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Chailly, futuro direttore musicale scaligero. La stagione chiude il 19 ottobre con Christoph Eschenbach e il baritono Matthias Goerne. Nella galleria dei direttori, ci sono il direttore-compositore Esa-Pekka Salonen, Daniel Harding, Daniel Barenboim, Valery Gergiev, David Afkham, Fabio Luisi.


Sono due le anime della Filarmonica, compagine che si spende nella sede istituzionale scaligera, fra stucchi e velluti, per poi aprirsi alla città con concerti per bambini, prove aperte a favore di società milanesi no profit, piazze. Una Filarmonica che è una società democratica, snella, e soprattutto autofinanziata, sponsorizzata per il 34% da privati, Unicredit in testa, e con entrate proprie (biglietteria, liberalità, tournée…) pari al 62%.

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