Luisotti sul podio di Tosca Bollani sbanca il Piermarini

Luisotti sul podio di Tosca Bollani sbanca il Piermarini

La Ferrari delle orchestre d’America è la Chicago Symphony. E sta per arrivare in quattro città italiane. Una tappa è pure in Lombardia. Milano direte voi? No, Brescia, dove inaugura il Festival pianistico internazionale condiviso con la vicina Bergamo. L’appuntamento è per giovedì prossimo (26 aprile), al teatro Grande, con Riccardo Muti sul podio che della Chicago Symphony Orchestra è il direttore musicale già dall'autunno 2010. Il blasone ha i suoi costi. A sostegno del concerto interviene infatti Unicredit come sponsor di punta, a sua volta sostegno provvidenziale dell'Orchestra Filarmonica della Scala che sabato 21 riporta a Milano la bella coppia Riccardo Chailly-Stefano Bollani. Già, il direttore classico con il pianista jazz sentiti in questi giorni alla Scala ma in altro programma. Domani, offrono un tutto Gershwin in una serata sold out: gli ultimi 140 biglietti, messi in vendita ieri, sono andati immediatamente esauriti. Per chi fosse rimasto fuori c’è una consolazione. Restano infatti le dirette nei cinema con interviste e contributi speciali. In più, il concerto sarà trasmesso in diretta radiofonica da Radio3. Bollani ha sbancato alla Scala, impressionando felicemente per l'esecuzione jazz del Concerto in sol di Ravel, e in particolare per quell'Adagio cantante, dal suono tondo: in questo caso volutamente poco jazz.
L'indomani, domenica, in Scala, si torna all'opera con Tosca per la regia di Luc Bondy e Martina Serafin nel ruolo del titolo assieme a Marcelo Alvarez nei panni di Cavaradossi. Scarpia è George Gagnidze.
Dopo il felice debutto scaligero in Attila, torna a Milano Nicola Luisotti, direttore d'orchestra all'apice di una carriera sbocciata gradualmente, oggi al timone della seconda Opera House più importante negli Usa, quella di San Francisco. Carica che va a sommarsi a quella recente di direttore musicale del Teatro San Carlo di Napoli. Il suo Attila piacque al pubblico, così come il temperamento gioviale da toscanaccio purosangue (nato a Viareggio e cresciuto a Lucca) ha contribuito a far breccia nei cuori dei musicisti. Così assicurano loro, i diretti interessati, che sappiamo essere piuttosto esigenti con chi sale sul podio. Ora non resta che valutare se fu un abbaglio oppure vero amore.
Stasera, con replica poi domenica pomeriggio, l'uzbeko Aziz Shokhakimov dirigerà, tra l'altro, l'esecuzione in prima assoluta del Concerto per violoncello e orchestra di Silvia Colasanti, commissionato dalla Verdi, al violoncello David Geringas. La Colasanti è la compositrice più famosa d'Italia. Un vero Mozart al femminile. Trentasei anni, di Roma, è infatti la compositrice di musica classica più affermata di casa nostra. Non solo. Detiene un vero primato. È infatti la prima donna della storia italiana ad aver spezzato il monopolio di un settore che continua ad essere per soli uomini sebbene lei assicuri che «in questo settore non c’è sessismo». I suoi lavori sono eseguiti nelle sale e festival che contano, dal Théâtre des Champs-Élysées (Parigi), alla Biennale di Venezia. L'appuntamento si completa con la Prima sinfonica di Brahms e l'Ouverture tragica.


In questi giorni, oltre al tenore Alvarez (Cavaradossi in Tosca), un altro argentino importante è attivo a Milano. E' il pianista Bruno Leonardo Gelber che lunedì, in Conservatorio, per le Serate musicali fa tutto Beethoven.

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