PICCOLO TEATRO

PICCOLO TEATRO

La cornice è leggera, da cabaret: avete presente un teatrino di fiera di paese? Ma è giusto la caramella per meglio deglutire la medicina/realtà amara. Perché il quadro di questo spettacolo contiene temi che scottano: via crucis di processi, insidie della pubblicità e del quarto potere. È «L'arte del dubbio», spettacolo in prima milanese di Stefano Massini, al Carcano da mercoledì 29, ore 20.30 (all'11 marzo). In scena, gli attori Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, più il polistrumentista Nicola Arata che esegue musiche di Cesare Picco. Firma la regia Sergio Fantoni. Sul copione si stende l'ombra dei libri di Gianrico Carofiglio anzitutto del suo manuale di procedura processuale.
Le prime immagini che si presentano, ci racconta Ottavia Piccolo, sono le sagome di Adamo ed Eva, stuzzicati da un serpente che imprime il tarlo del dubbio.
Quali sono gli effetti di questo tarlo?
«Il dubbio diventa possibilità di conoscenza. Rende consapevoli che le parole possono essere manomesse e con esse anche la verità. Lo dimostriamo trattando con ironia argomenti serissimi, anche tragici».
Fra i casi scottanti d'attualità?
«L'incidente della ThyssenKrupp. Non lo citiamo espressamente nello spettacolo, ma quando parliamo della morte di 7 persone, del cordoglio dall'azienda che alla fine dichiara che gli operai dovevano stare più attenti, l'allusione è chiara».
Altri casi?
«Quello di Peppino Diana, ucciso dalla camorra e schiacciato dalla macchina del fango al punto che da avversario di camorristi, venne considerato quasi complice. Ora, dopo 18 anni, le calunnie sono state cancellate, ma il dubbio che fosse connivente potrebbe restare. Ecco, il dubbio può essere anche negativo».
Perché avete scelto la formula del teatrino di fiera con quinte e siparietti?
«Non c'è niente di meglio che dire le cose serie sorridendo. Riferiamo storie di tribunali riprendendo e smontando le tecniche di interrogatorio esaminate da Carofiglio».
Si parla anche di giornali, vero?
«Leggiamo articoli, realmente pubblicati, sulla crisi finanziaria, su manifestazioni contro discariche. E mettiamo a nudo l'insensatezza di titoli dove la seconda parte smentisce la prima».
Tipo?
«Milano, Piazza Affari. Crollo improvviso ma non c'è panico».
Con questo dove volete arrivare?
«Ricordare al pubblico di difendersi dalle manipolazioni, di leggere criticamente la realtà, i giornali e tutto quello che viene raccontato».
Si parla anche del potere della pubblicità…
«Abbiamo ripreso il manuale della persuasione di Thompson, ironizzando sul potere persuasivo esercitato dalla televisione, sulla logica per cui non conta cosa si vende ma come».


Lei che rapporto ha con il dubbio?
«Io vivo di dubbi, anche per questo adoro la poetessa appena scomparsa Wislawa Szymborska che ci ha insegnato la sicurezza del dubbio e la bellezza del sorriso pensante. Ecco questo è lo slogan di questo nostro spettacolo».

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