«Sul palco vi racconto le disgrazie della tv»

Ogni tanto mi tirano le orecchie ma poi resto...

«Sul palco vi racconto le disgrazie della tv»

Ogni tanto sparisce dalla circolazione televisiva. E fa l'attore, di teatro e cinema, il cantante e regista. Enzo Iacchetti, volto storico di Striscia la notizia, in questi giorni è in Lombardia come attore in Niente progetti per il futuro, spettacolo scritto e diretto da Francesco Brandi. Un appuntamento al dì, fino al 31 marzo.
Una performance al giorno. Ci vogliono fisico e mente speciali...
«I mesi d'inverno sono tutti così, intensissimi. Il problema è che alla mia età (ndr 60 il prossimo 31 agosto) è difficile il recupero. Però finché ho voglia di fare la valigia va tutto bene. Giobbe Covatta è Ivan, il garagista. Lei è Tobia, vip della tv che cade in disgrazia per scontri con i vertici tv». Si è mai visto in questi panni? Brividi?
«Ho sempre esternato il mio pensiero. A Canale5 ogni tanto mi tirano le orecchie, ma non mi hanno mai detto . Avranno pensato che è meglio avere una formica rossa che rompe le palle ma non tradisce, piuttosto che una formica in giacca e cravatta che fa solo i suoi interessi».
In cosa somiglia a Tobia?
«Tobia dice che ha fatto una vita di merda. Bene, è stato il mio caso. Sono nato povero, mio padre per farmi studiare ha venduto un rene. E' per questo che ora sono con i piedi per terra».
Nel suo cd di Natale ha coinvolto un bel po' di divi musicali, Mina, Vecchioni, Baglioni...
«Nell'ambiente ho coltivato poche ma salde amicizie. Questi cantanti, per esempio, hanno accettato di collaborare perché sanno come la penso, sanno che con il ricavato di questo disco, che pare sarà disco d'oro, si farà una diga in Kenya».
Il 2012 è l'anno delle regie. Prima «Foibe» e poi una pellicola dal libro di Gian Antonio Stella «La bambina, il pugile e il canguro».
«Foibe al momento è in standby. Ho un contratto firmato dalla casa di produzione americana, ma tutto tace. L'altro è la creatura di un comico che festeggia il sessantesimo compleanno con un film drammaticissimo. Come nel mio corto, c'è il tema dei ragazzi down. Io li adoro, regalano abbracci, affetto, sarà per il loro cromosoma in più: non avvertono il senso del male. Quando ho letto il libro di Stella mi sono detto, avrei dovuto scriverlo io. Così l'ho cercato, mi ha dato l'ok. E ora devo trovare chi mi finanzia».
Ha già un'idea del cast?
«Vorrei attori bravi ma non conosciuti, li prenderò dal teatro. Non voglio gente che faccia i capricci, arrivi in ritardo, litighi».
Che le regala Mediaset per i 60 anni?
«Non so. Materiale ne hanno a iosa. Basterebbe che acquistassero i diritti del mio film. Mi auguro che siano loro e non la Rai ad averli».
Chi è il comico del Novecento?
«La coppia Stanlio e Ollio»
Il comico del momento?
«Fra gli italiani mi fanno ridare Ale e Franz, a livello internazionale Jim Carry lo ammiro per la sua capacità di trasformazione. Ha una preparazione fisica straordinaria».
L'Enzino nazionale s'è fatto 20 anni di gavetta. La rifarebbe? «Farei cinque anni in meno. Se arrivi subito, rischi di bruciare il talento. Il successo ti può rovinare.

Quando il mio conto, in una settimana passò da quattrocentomila lire a due milioni, mi dissi “. Prima di cambiare l'auto ho voluto che il conto salisse parecchio. Anche adesso sono attento, ho due case, non impazzisco per le auto. Mi piace essere generoso laddove serve, per le cose utili».

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