La Scala sfida la crisi e riporta in scena l’Aida del primo Zeffirelli

Guai a perdersi l'Aida, opera di Verdi, che va in scena alla Scala da oggi alle ore 19.30 (fino al 10 marzo). La dirige il giovane Omer Meir Wellber nell'allestimento di Franco Zeffirelli. Attenzione, non è la produzione zeffirelliana messa in piedi per il 7 dicembre del 2006, quella passata alla storia - anche - per le furie di Roberto Alagna che rispose ai fischi abbandonando il palcoscenico. Questa volta si va indietro di mezzo secolo, al 1963. I cinici dicono che sia una scelta dettata dai tempi di recessione economica: si riaprono i vecchi bauli rimettendo in campo le glorie dei tempi d'oro (anzitutto della Scala). La realtà è che Aida classe 1963 di Zeffirelli, con scene e costumi di Lila De Nobili, è un capolavoro, un classico che sfugge all'anagrafe. Vuoi per il titolo di grande richiamo vuoi per la veste con cui si presenta, sta di fatto che con Aida i biglietti si sono volatilizzati. Zeffirelli è il custode della tradizione, la difende a spada tratta, con quel piglio fiorentino. Questa sua Aida costituisce «un atto d'amore per un'idea tradizionale di messinscena», spiega il regista che, a 89 anni, sta lavorando allo spettacolo d'inaugurazione (in giugno) del festival dell'Arena di Verona, Don Giovanni. Di qua, il grande decano della regia, nella buca d'orchestra c'è il giovane direttore Wellber, trentenne, di Israele, ha debuttato a Milano l'anno scorso, con Tosca di Puccini, più concerti con la Filarmonica. Garantisce per lui, l'«amico e padre» (così Wellebr) Daniel Barenboim. Il soprano Oksana Dyka si presenta nel ruolo del titolo, Marianne Cornetti sarà Amneris e Jorge De Leon Radames.
Giovedì, invece, è il giorno in cui si incrociano gli appuntamenti di due orchestra milanesi: l'una sinfonica e l'altra da camera. Interessante l'impaginato dei Pomeriggi Musicali (ore 21, Dal Verme, replica sabato 18) che centrano l'appuntamento sulla coppia di clavicembali a dialogo con l'orchestra. Conversazioni settecentesche, quella firmate da Bach e Mozart, ma anche contemporanee: vedi il Concerto di Carlo Galante. Dirige Marco Guidarini. All'Auditorium in Largo Mahler, ore 20.30, (con repliche il venerdì e domenica) la Verdi festeggia il debutto come Direttore Principale del texano John Axelrod. Così, in una Verdi sempre più internazionale, la figura di Axelrod va ad accostarsi a quella del Direttore Musicale, la cinese Zhang Xian. Si parte con una composizione dell'oggi, commissionata a Giorgio Battistelli da Antonio Pappano. Quindi si passa a un classico del Concerto per corno e orchestra, il KV 447 in un massonico Mi bemolle maggiore, di Mozart; il solista è l'eccellente Radovan Vlatkovic.

Infine, Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart, con la partecipazione del Coro Sinfonico della Verdi, diretto da Erina Gambarini, e i solisti Theodora Gheorghiu (soprano) Rinat Shaham (mezzosoprano), Jesus Leon (tenore) e Martin Snell (basso).

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