Paola Balsomini
Avrebbero dovuto pagare cinquanta euro a testa per una notte di soggiorno in un albergo spezzino, invece è bastata una calda giornata, un pò di rumore di acqua che cadeva copiosa e una semplice doccia per far sì che cinque rumeni riuscissero a scappare dallhotel senza pagare il conto, che ammontava a 250 euro. Doccia sì, ma decisamente fredda per il proprietario che è caduto in una delle trappole più vecchie del mondo: «Paga il nostro amico che è ancora in camera. Finisce di lavarsi e scende a saldare quanto è dovuto. Noi, intanto, lo aspettiamo in macchina». Queste le ultime parole famose dei rumeni che per un giorno si sono trasformati nei più classici dei «portoghesi».
Intanto i minuti scorrevano, lacqua della doccia anche e lalbergatore era certo che prima o poi anche lultimo dei suoi ospiti avrebbe mantenuto fede alla parola data. Quando però ha visto che lauto non si trovava più nel garage del suo hotel ecco che sono nati i primi sospetti. Così, certo di disturbare lultimo ritardatario, si è fatto coraggio, ha aperto la porta e, sorpresa delle sorprese, sotto la doccia non cera più nessuno. In verità nemmeno nel bagno e nella camera.
A quel punto allavvilito proprietario non è rimasto altro che chiamare la Polizia. Gli agenti, però, dopo averlo rincuorato per la disavventura lo hanno invitato a mostrare la fotocopia dei documenti forniti dagli indesiderati ospiti, risultati comunque essere autentici.
Lalbergatore invece, grazie al suo repentino intervento, ha almeno evitato lallagamento della camera. Come dire, per una volta non è piovuto sul bagnato.
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