In ritardo i festeggiamenti ufficiali. E i teatri fanno da soli

In ritardo i festeggiamenti ufficiali. E i teatri fanno da soli

Giuseppe Verdi ha analizzato e radiografato gli italiani, narrandone vizi e virtù. Lo ha fatto con i suoi modi concreti, da uomo d'azione e poche parole. Il Verdi nazionale non si sorprenderà, dunque, se i pronipoti del Duemila, in pieno bicentenario della sua nascita (10 ottobre 1813), non hanno ancora idee chiare su come festeggiarlo. È una questione di DNA.
Va detto che, cosa che sta accadendo anche all'estero, non c'è teatro italiano che non renda omaggio al grande artista, al compositore di opere più rappresentato al mondo, impresso con tanto di cilindro, sorta di logo, sulle vecchie lire, un inossidabile Made in Italy che viaggia nel globo diffondendo il nostro modo d'essere, lingua, usi e costumi. Le iniziative in campo, però, sono autonome, legate alla coscienza e intelligenza delle singole istituzioni. Manca una regia che coordini il tutto. All'alba del 2013, con un Bicentenario verdiano che è legge, ancora non si conosce come e quando verranno erogati i 6milioni e mezzo stanziati dal Ministero dei Beni culturali. La legge varata con gran ritardo (12 novembre) va a sommarsi a quello delle definizioni operative da Roma: non pervenute.
S'è perso tempo, e si teme che sarà l'ennesima occasione mancata. Verdi potrebbe essere uno dei nostri marchi vincenti del 2013, altro volano per il mercato del turismo. Parma, la città di Verdi (che nacque a Roncole di Busseto), ha in testa un programma, ma è giusto una bozza da declinare a seconda dei quattrini che arriveranno. Dal Comune dicono che aspettano ragguagli dalla capitale, e che ancora non possono comunicare l'assetto del Comitato Promotore delle celebrazioni presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, e composto da specialisti di settore, presidenti e sindaci di regioni, provincie e comuni coinvolti, dunque Milano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Busseto, Villanova sull'Arda: i luoghi che spartiranno il tesoretto. In assenza di programmi, le energie si bruciano nelle polemiche. In dicembre, alcune istituzioni parmensi hanno lanciato appelli per sensibilizzare sul tema e concertare programmi comuni. L'amministratore esecutivo del Regio, Carlo Fontana, lo scorso autunno ha ereditato un teatro con i conti in profondo rosso, e al momento s'è limitato ad annunciare tre soli titoli della stagione, due verdiani: dal 12 gennaio andrà in scena Ballo in maschera e in marzo Nabucco. Sul tradizionale Festival Verdiano ci sono ancora incertezze, Fontana delineerà le linee guida da marzo.
Comunque dei 6,5 milioni di fondi pro-Verdi, il 20% è destinato al recupero edilizio di luoghi verdiani (da esibire quando, a questo punto?). Il resto, da dividersi fra le varie città, va a ricerche scientifiche, spettacoli, iniziative varie.


Nel frattempo, la Fenice di Venezia ieri ha inaugurato il 2013 con il concerto di Capodanno improntato a Verdi e trasmesso in eurovisione (immancabile la solita polemica con la Rai, accusata di non aver programmato l'equivalente concerto viennese). Anche la Scala apre l'anno con Falstaff, chiude con Traviata e presenta un cartellone dominato da Verdi, ma c'è chi solleva perplessità su come verrà cucinato: mancano troppi direttori verdiani.

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