"Sfida energetica, le mosse che muovono il futuro"

I grandi protagonisti del mondo energetico raccontano la loro visione del futuro e le strategie per coniugare efficienza, innovazione e sostenibilità. La tavola rotonda all'evento de Il Giornale

"Sfida energetica, le mosse che muovono il futuro"
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Chi racconta i mutamenti sociali ed economici, prima o poi, si ritrova a confrontarsi con la sfida energetica. Quest'ultima, infatti, detta i tempi del futuro, lo rallenta, lo accelera. Lo determina. Il "motore" del mondo non può e non deve fermarsi: l'energia è al centro di un equilibrio delicato, nel quale interessi ambientali, morali e politici si intrecciano. Servono dunque visione e responsabilità nelle scelte. Di questi argomenti discutono i protagonisti di una tavola rotonda sui temi dell'energia condotta dalla giornalista Hoara Borselli nell'ambito dell'evento organizzato da Il Giornale al Palazzo dei Giureconsulti di Milano. Sul palco, relatori d'eccezione: Claudio Fiorentini (Team Area Leader for Institutional Affairs Lombardia Enel), Raffaello Matarazzo (Responsabile Affari Internazionali Africa Subsahariana e Americhe Eni), e Alessandro Trebbi (Responsabile Asset Management Terna).

9.56 - Hoara Borselli introduce il dibattito ricordando il grande blackout in Spagna. Cosa richia l'Italia? Trebbi (Terna): " Ci sono due temi: adeguatezza e sicuezza. Il sistema deve essere in grado di rispondere a sollecitazioni, in Spagna pare non ci fosse un'adeguata sicurezza di sistema. Troppe fonti rinnovabili e non abbastanza tradizionali. In Italia può succedere? il rischio zero non esiste, ma bisogna mitigare il rischio e in Italia abbiamo tre dimensioni per farlo. Primo aspetto, investimenti in sistemi che gestiscono la tensione, in digitalizzazione, cybersicurity e infrastrutture. In Italia, inoltre, Terna è in grado di gestire al meglio la produzione da fonte rinnovabile".

10.00 - Parola a Fiorentini (Enel): "Le sfide di Enel sono le sfide del Paese, abbiamo un ruolo istituzionale nel governare la transizione energetica. Dobbiamo capire come rendere condivisibile da parte di tutti la transizione. Quattro gli ingredienti: spostare sull'elettrico molti dei consumi, (immaginiamo un aumento di consumi tra un quinto e un sesto al 2030), poi puntiamo a sviluppare le rinnovabili, dobbiamo aumentarne la quota per avere un impatto positivo sulle bollette. E dobbiamo anche puntare sullo sviluppo di parchi di batterie che hanno la funzione di rendere accettabili dalla rete delle fonti intermittenti come il fotovoltaico e l'eolico. La batteria stabilizza la rete. Questo grande movimento di transizione porta un equivalente di 610mila posti di lavoro creati".

10.08 - Matarazzo (Eni): "La transizione energetica e le sue strategie non sono scontate, non tutti riescono a realizzarle. Richiedono un passaggio tra la sostenibilità economica e una trasformazione profonda. Eni ha varato la propria strategia di transizione nel 2020 e siamo lieti di dire che, a differenza di altri, stiamo tenendo fede al percorso avviato. Siamo stati riconosciuti da enti internazionali come i più rispettosi nel processo di decarbonizzazione. Lo facciamo con quattro pilastri: abbattere le emissioni dirette entro il 2030, cambiare gli equilibri del nostro portafoglio verso le fonti meno inquinanti. Sviluppare gas in Paesi come l'Africa significa spiazzare altre fonti come il carbone. Un altro pilastro è il modello satellitare, con satelliti di attività collegati a Eni ma sempre più autonomi e in grado di attirare investimenti specifici: CCs, Plenitude, EniLive. L'ulteriore pilastro è l'evoluzione tecnologica, ci avvaliamo del supercomputer più avanzato nel mondo industriale. Infine per noi è importante capire che il modo di vivere la transizione in Europa è diverso da altre aree del mondo, per cui non possiamo calare dall'alto un unico modello ma sviluppare modelli specifici per le singole realtà. In Asia e Africa abbiamo sviluppato modelli connessi con le realtà agricole e produttive locali".

10.16 - Trebbi (Terna): "Tra la generazione di energia e il consumo ci sono le reti, che sono un abilitatore importante. Dal 2014 al 2024 ogni anno entravano mille megawatt, nel 2024 7500. E' una rampa destinata a salire per cui bisogna investire in infrastrutture e sulla rete: Terna ha un piano di sviluppo decennale da 23 miliardi molto orientato ad abilitare il nuovo flusso di energia che caratterizzerà il nostro Paese, garantendo gli adeguati livelli di sicurezza".

10.20 - Fiorentini (Enel): "Siamo un'azienda fortemente radicata in Italia e ci dedichiamo con grande impegno in rinnovabili e sistemi di accumulo. Anche l'idroelettrico va preso in grande considerazione, perché è una fonte sicura. La competitività nel nostro settore è alta, ma a oggi abbiamo 16milioni di clienti a cui cerchiamo di dare servizi, in base alle specifiche esigenze. Il nostro piano industriale 2024/2027 da 22 miliardi è in ampia parte dedicato allo sviluppo della rete. La nostra attività è stimato abbia un'incidenza dell'1% sul pil del Paese".

10.24 - Matarazzo (Eni): "La neutralità tecnologica è al centro della nostra strategia, esiste una pluralità di tecnologie che vanno valutate in base ai risulati. E questo concetto è connesso a quello di diversificazione, a sua volta legato a quello di sicurezza. Diversificazione geografica, tecnologica e infine diversificazione delle fonti. Dobbiamo liberarci da una visione ideologica della transizione e avere una visione più ampia, perché la sfida è globale. La neutralità è un punto sempre più importante e alla base della sfida che abbiamo davanti".

10.28 - Trebbi (Terna): "Terna ha infrastrutture molto significative, nel piano di sviluppo abbiamo la realizzazione del Tyrrhenian Link, dell'Adriatic Link. Opere che nascono pensate con una sensibilità a vari aspetti. Il nostro piano ha come valore il fatto che tutte le opere hanno un iter autorizzativo già avviato, inoltre disponiamo di competenze interne che consentono lo sviluppo di queste tecnologie".

10.31 - Fiorentini (Enel): "La semplificazione e un contesto di norme certo aiuta chi vuole investire. Le competenze sono un altro tema fondamentale, soprattutto quando si mettono a terra investimenti così importanti. Noi abbiamo dovuto formare oltre 4mila persone autonomamente per garantire un adeguato livello di competenze. Infine, la transizione ecologica deve essere giusta, equa e inclusiva: in questo percorso aziende come la nostra possono dare un apporto decisivo".

10.34 - Matarazzo: "In Africa siamo presenti dal '54 e oggi siamo in 13 Paesi. Oggi stiamo cercando di sviluppare modelli di transizione non calati dall'alto ma integrati nel modello di sviluppo. Penso alla produzione di biocarburante da terreni degradati. Coinvolgiamo in questo modo decine di migliaia di agricoltori e creiamo nuove filiere che portano valore sul territorio.

Altro esempio sono i 10milioni di stufette migliorate che distribuiremo entro il 2027 in Africa subsahariana per ridurre l'inquinamento e migliorare la sicurezza. Potremmo raggiungere 20milioni di persone entro il 2030".

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