Delitto di Afragola, l'esperta: "Ecco i segnali da riconoscere"

L'omicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall'ex fidanzato, ha riacceso il dibattito sui femminicidi giovanili. L'esperta a Il Giornale: "Educare i giovani all'affettività e accettazione del rifiuto"

Delitto di Afragola, l'esperta: "Ecco i segnali da riconoscere"
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"Quattordici anni sono troppo pochi per morire in quel modo". Lo dice a ilGiornale Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa esperta di femminicidi giovanili, commentando l'omicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall'ex fidanzato, Alessio Tuzzi. Il 19enne, che ora è in stato di fermo con l'accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere, ha colpito la fidanzata ripetutamente alla testa con una pietra, infliggendole un'atroce agonia. Dopodiché ha nascosto il cadavere sotto un cumulo di detriti, dentro un armadio collocato all'interno di un edificio diroccato nei pressi dell'ex stadio Moccia. Nel decreto di fermo emesso dalla procura di Napoli Nord, il pm puntualizza che il giovane "ha scatenato una forza micidiale" contro la vittima. "La modalità brutale con cui è stata uccisa questa ragazza così giovane è indicativa del fatto che siamo ancora intrappolati in una cultura arcaica, primitiva e violenta", continua l'esperta.

La versione del 19enne: "Un raptus istantaneo"

Fermato nella notte, l'indagato ha raccontato di aver ucciso Martina in preda a "un raptus istantaneo" al culmine di un litigio: lei lo aveva lasciato e lui non accettava la fine della relazione. "Era provato. Ha riferito di aver commesso l'omicidio in un momento di rabbia, per gelosia", ha dichiarato l'avvocato Mario Mangazzo, il difensore del 19enne. "Ci risiamo. - afferma la dottoressa Ciaravolo - Ancora una volta siamo di fronte a un ragazzo che non accettava di essere stato messo da parte, sopraffatto da un bisogno patologico di controllo e possesso. In fondo Martina cosa aveva fatto di male? Voleva semplicemente riappropriarsi della propria libertà, vivere spensierata come ogni altro coetanea. Evidentemente lui non ha accettato questa presa di coscienza e posizione da parte della giovane fidanzata e, dunque l'ha uccisa".

I campanelli d'allarme

Raggiunta dai cronisti, la mamma di Martina ha confermato che i due "si erano lasciati". E ancora: "Lui era venuto a pranzo da noi due settimane fa, piangeva. Io avevo detto a mia figlia di fare quello che si sentiva, che era libera di lasciarlo". Alla domanda di un giornalista se ci fosse stato qualche campanello d'allarme o precedente significativo, la donna ha fatto riferimento a un episodio: "Forse c'era stato uno schiaffo e lei da lì lo ha lasciato". "I segnali di pericolo ci sono sempre, ma spesso vengono sottovalutati. - puntualizza Ciaravolo - Possono essere uno spintone o una sberla, ma anche il controllo del telefono o commenti inopportuni e svilenti l'autostima, ad esempio. L'amore non è controllo o limitazione delle libertà personali, non mi stancherò mai di ripeterlo. Basta con questa romanticizzazione della violenza".

L'appello alle ragazze: "State lontano da 'malesseri' e relazioni tossiche"

I dati sui femminicidi giovanili evidenziano una situazione a dir poco allarmante. "L'età degli autori di crimini efferati continua ad abbassarsi. Più volte abbiamo lanciato l'allarme, sottolineando quanto si stia abbassando l'età nei casi di violenza e di femminicidio. Questo dovrebbe farci riflettere e metterci davanti alla realtà: non stiamo facendo abbastanza per i giovani e le giovani", si legge in un messaggio condiviso su Facebook da Telefono Rosa, l'associazione che assiste le donne vittime di violenza. Parole che fanno da eco a quelle di Ciaravolo: "Noi abbiamo il dovere di impegnarci affinché le cose cambino. La violenza si annida ovunque, dentro e fuori di noi, e si nutre del silenzio. Per questo è importante garantire una rete di ascolto e assistenza anche nelle scuole.

Bisogna educare i giovani all'affettività, al rispetto e all'accettazione del rifiuto". Poi l'esperta conclude con un appello alla ragazze più giovani: "State lontano dai cosiddetti 'malesseri' e dalle relazioni tossiche. Proteggete voi stesse e il vostro inviolabile diritto alla libertà".

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