La grave crisi idrica che sta vivendo l'intera area del Po a causa del prolungato periodo di siccità sta portando al verificarsi di episodi particolarmente spiacevoli. A subire maggiormente gli effetti di tale situazione sono soprattutto gli agricoltori, i quali tentano in ogni modo di salvare i propri raccolti per non subire un irreversibile tracollo economico.
Un esempio di ciò che sta accadendo arriva dalla provincia di Pavia, uno dei centri di produzione di riso più importanti d'Europa. Si parla di una vera e propria "guerra dell'acqua", con gli agricoltori disposti a sottrarsela pur di non correre il rischio di perdere l'unica fonte di guadagno e quindi di dover chiudere la propria azienda. Durante la notte, coloro i quali si trovano a monte prelevano l'acqua dai canali tramite idrovore, mettendo quindi in gravissima difficoltà quanti invece operano più a valle.
Il caso di Bereguardo
Nelle ultime ore, come riportato da Ansa, un agricoltore 43enne di Bereguardo (Pavia) è stato denunciato dai carabinieri proprio per aver effettuato un'operazione del genere con lo scopo di portare una maggior quantità di acqua nel canale d'irrigazione che alimenta la propria azienda. La manomissione di una delle paratie del naviglio di Bereguardo aveva portato un'ulteriore penuria di risorse idriche agli agricoltori più a valle. Gli uomini dell'Arma sono intervenuti prontamente, grazie a una denuncia inoltrata dal Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi, ripristinando le condizioni iniziali e ponendo quindi un lucchetto alla paratia. Tutto inutile, dato che il 43enne ha forzato la chiusura per sottrarre altra acqua, costringendo il Consorzio a chiedere un nuovo intervento alle forze dell'ordine. In attesa di chiarire l'entità del furto d'acqua, l'uomo è stato denunciato per appropriazione indebita e danneggiamento.
La crisi
Coldiretti Pavia denuncia una "situazione apocalittica": si parla di danni per oltre 2 miliardi di euro e, ciò che è peggio, del rischio concreto di "non avere il risotto l'anno prossimo", una situazione che costringerebbe a importare il bene affrontando spese superiori per approvvigionarsi di un cereale di qualità inferiore.
"Enti preposti, attivatevi, fate qualcosa per salvare i raccolti, siamo in ginocchio", chiede tramite una disperata delibera il sindaco di Robbio Roberto Francese,"l'ultima acqua disponibile per provare a salvare il salvabile è quella accumulata nei serbatoi idroelettrici". L'appello del primo cittadino è dunque finalizzato a ottenere l'apertura delle dighe, ma una soluzione del genere non trova accordo tra i tecnici di settore, che paiono più orientati a realizzare bacini di accumulo dell'acqua.
Le piogge delle scorse ore non sono state sufficienti, né hanno sortito al momento effetto i gruppi di preghiera organizzati dai sacerdoti della zona.
Fabio Rolfi, assessore regionale all'Agricoltura, ha fatto appello al governo per "indirizzare verso l'innovazione in campo irriguo i fondi del Pnrr dedicati alla meccanizzazione agricola, 500 milioni per razionalizzare le risorse ed efficientare l'uso dell'acqua". Prende sempre più corpo, nel frattempo, la possibilità che il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana richieda lo stato di calamità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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