"O vale per tutti o per nessuno". Il decreto che apre le porte ai medici e agli infermieri ucraini profughi, consentendo loro di operare pro tempore in Italia, non piace a Massimo Galli. L'ex direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano non ci sta: a suo avviso, infatti, il provvedimento in questione rischia di provocare ingiustizie. Non tanto rispetto al personale sanitario italiano, quanto nei confronti degli altri profughi.
"Dal punto di vista strettamente giuridico, con tutta la solidarietà e la simpatia per i colleghi costretti a scappare dalla propria casa, permettere l'esercizio della professione solo ai sanitari ucraini è una cosa che non sta in piedi", ha affermato il professore all'Adnkronos, denunciando il fatto che tale opzione non sia invece consentita "ad altri che arrivano, sempre da profughi, da altri Paesi". Per l'infettivologo, non c'è guerra che tenga: "Se lo stato di profugo implica la possibilità dell'esercizio della professione, o vale per tutti o per nessuno". La decisione del governo, tuttavia, rientra nel decreto "Misure urgenti per l'Ucraina" che per l'appunto si riferisce alle conseguenze umanitarie del conflitto. Pur esprimendo "massima solidarietà", Galli prosegue però nel proprio ragionamento e aggiunge: "Mi sento di dire che le competenze professionali non si misurano sulla base dello status di profugo. Credo che provvedimenti singoli, in questo campo, rischiano di essere scivolosi".
Secondo il professore, piuttosto, "si dovrebbe mettere mano all'insieme di norme che regolano l'esercizio della professione, non solo medica, delle persone formate all'estero altrimenti i risultati possono essere discutibili". Non bisogna però fare distinguo, perchè diversamente - ho concluso Galli - "favorendo qualcuno si rischia di essere profondamente ingiusti verso altri".
Al contempo, l'ex primario non ha perso di vista l'argomento che lo ha portato per mesi a offrire il proprio contributo in trasmissioni e dibattiti tv: il Covid. Interpellato dall'Adkronos sugli attuali sviluppi della malattia, Galli ha dichiarato: "I contagi in Italia sono in salita, ma i numeri dichiarati sono minori di quelli reali"". Questo anche perché non tutte le infezioni vengono registrate. Per esempio - ha osservato - "delle persone che hanno fatto la terza dose vaccinale e si infettano spesso non ci sono segnalazioni". Poi il monito sui mesi a venire e in particolare sull'autunno.
Sarebbe bene "arrivarci preparati, per esempio avere i bambini assai più vaccinati di quanto lo siano adesso sarebbe una buona cosa. E sarebbe utile arrivarci con il Green pass e non con gli sconti", ha affermato.
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