A distanza di un anno esatto dalla scoperta delle banconote nella cuccia del cane di Monica Cirinnà e di suo marito a Capalbio, la senatrice del Partito democratico ha reclamato i 24mila euro in 48 banconote da 500 euro. Sia Monica Cirinnà che Esterino Montino hanno preso le distanze dal ritrovamento del denaro, che è stato rinvenuto in una cuccia lontana dalla proprietà a ridosso della recinzione della fattoria che i coniugi gestiscono nella campagna toscana. Secondo la loro ricostruzione, immediatamente scartata dagli inquirenti, a mettere i soldi nella cuccia del cane sarebbero stati gli spacciatori nordafricani. Tuttavia, i carabinieri non hanno preso in considerazione l'ipotesi fin dall'inizio, proprio perché solitamente gli spacciatori utilizzano banconote di piccolo taglio e non da 500 euro.
In ogni caso, l'inchiesta penale per riciclaggio, che era stata aperta contro ignoti, è stata archiviata dal sostituto procuratore di Grosseto. Infatti, nonostante le indagini commissionate anche alla Banca d'Italia, non è stato possibile risalire alla provenienza delle banconote. Era il 28 marzo quando veniva comunicata questa decisione. Successivamente, come rivela il quotidiano il Messaggero in edicola oggi, il 4 maggio Monica Cirinnà, per tramite del suo avvocato, ha chiesto al gip di "disporre la restituzione" del denaro rinvenuto all'interno della sua proprietà, creando di fatto un'opposizione alla richiesta di confisca avanzata dal pm.
Nell'istanza presentata da Monica Cirinnà, gli avvocati hanno fatto riferimento all'articolo 932 del codice civile, secondo il quale, come dicono i legali, "il tesoro, inteso come qualunque cosa mobile di pregio di cui nessuno può provare d'essere proprietario, appartiene al proprietario del fondo in cui si trova". Tuttavia, l'istanza non è stata accolta dal gip di Grosseto, in quanto, nello specifico caso, il tesoro "spetta solo per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore: in questo caso, a Fabio Montino e all'operaio Fabio Rosati, per la quota di un quarto ciascuno". Dovrà essere il giudice civile a risolvere la spartizione dei 24mila euro, anche perché l'operaio che ha ritrovato i soldi insieme al figlio di Monica Cirinnà, in sede di udienza, non ha rinunciato alla sua parte. La controversia è aperta, in attesa di nuove mosse da parte di Monica Cirinnà. Magari pure il cane potrebbe reclamare la sua parte.
In un intervento successivo, Monica Cirinnà ha spiegato: "Ho semplicemente comunicato attraverso il mio avvocato al giudice, come prevede la legge, cosa avrei fatto nel caso in cui caso i denari mi fossero consegnati.
Non restituiti, perchè, appunto non sono miei. Ho detto chiaramente che quei soldi sarebbero andati in beneficenza all'Associazione Olympia de Gouges che si occupa di violenza sulle donne nel territorio della bassa Maremma".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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