Il Medio Evo non fu oscurantista ma l'islam è rimasto indietro

Botta e risposta tra Paolo Isotta e Vittorio Feltri. Il critico: "Nel tuo fondo dei luoghi comuni". La risposta: "Vero, ma il mondo islamico non si è evoluto"

Il Medio Evo non fu oscurantista ma l'islam è rimasto indietro

Carissimo Vittorio, nel tuo «fondo» dell'11 gennaio hai scritto che il fondamentalismo islamico è restato al Medio Evo mentre il mondo occidentale ne è uscito; e la medesima cosa ha espresso Piero Ostellino sul Corriere della sera , egli che coi suoi commenti, possiamo dire, salva sovente la faccia politica del giornale insieme con Ernesto Galli della Loggia. Ad altri non ribatterei; ma siccome tu e Ostellino, insieme con Giuliano Ferrara e Pietrangelo Buttafuoco, siete gli scrittori che mi stanno a cuore, vorrei discutere con te sul tema. Io affermo: è raro che Ostellino e tu vi esprimiate per luoghi comuni; eppure ciò è avvenuto. Non sono uno storico né un filosofo: qui ci vorrebbero un Giovanni Reale, un Emanuele Severino, un Guido Ceronetti. Però qualche dato in verità effettuale persino io arrivo a esporlo. E allora: donde viene questo luogo comune che il Medio Evo sia l'epoca dell'oscurantismo? Non lo è per l'Islam: che ci ha dato la matematica e il culto di Aristotele: figuriamoci per l'Europa.

La cultura del mondo classico venne salvata nel Medio Evo dall'Ordine benedettino. La musica sacra venne fondata dalla Chiesa, istituzionalizzata da San Gregorio Magno e diffusa in tutto il mondo conosciuto sempre dall'Ordine benedettino. Nel dodicesimo secolo l'aver inserito pratiche di canto e danza popolare nell'ambito del Canto Gregoriano fece nascere la polifonia e con essa la musica moderna. Giotto e Dante appartengono al Medio Evo. La filosofia di Giovanni Duns Scoto e Guglielmo Ockham riflette di nuovo e dai fondamenti su Platone e Aristotele. San Tommaso d'Aquino rivendica in filosofia il ruolo della ragione. San Francesco glorifica Dio attraverso la Natura e va incontro ai poveri e ai reietti. Arnaldo da Brescia e Marsilio da Padova fondano la religione della libertà. I cicli romanzeschi cavallereschi inventano un nuovo modo di narrare. Omar Khayyam è matematico insieme e squisito poeta. Il Duomo di Monreale contiene i più bei mosaici mai realizzati. Federico II di Svevia è il perfetto homo europaeus . Il Medio Evo era persino licenzioso e addirittura ateo, come può vedere chiunque conosca le poesie latine degli studenti universitari raccolte in un manoscritto del monastero benedettino (ancora!) bavarese di Benediktbeuern (ossia Bura Sancti Benedicti) detti Carmina burana .

Il Rinascimento italiano è stato un'epoca d'incomparabile felicità; dimostra Johannes Huizinga ne L'autunno del Medio Evo , le sue premesse sono state fondate dal Medio Evo medesimo. Ma già nel Cinquecento l'igiene venne del tutto abbandonata: nello sporco Medio Evo esistevano le stufe, eredi delle terme romane. Basta leggere I promessi sposi con i capitoli storici sulla peste per conoscere l'oscurantismo della cultura del moderno Seicento. Il Medio Evo ha conosciuto la persecuzione dell'eresia catara e la crociata contro gli Albigesi ma l'evo della libertà si pretende nato dalla Rivoluzione francese che, insieme con quello di Pol Pot, è stata il più feroce regime criminale che il mondo abbia avuto.

Vogliamo allora dire che la contrapposizione non è fra Medio Evo e Età della Ragione, ma fra una barbarie eterna - perché connaturata all'uomo - e il tentativo d'inseguire un barlume di luce ovunque si manifesti?

Paolo Isotta

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Hai ragione su tutti i punti. Il Medioevo fu un lungo periodo culturalmente fecondo e non va sottovalutato né preso a esempio per indicare una fase storica caratterizzata da arretratezza. Hai spiegato benissimo il concetto con argomenti che non lasciano margini a dubbi. Tuttavia dal Medioevo a oggi qualcosa è successo: lo vogliamo chiamare progresso per comodità ed esigenza di sintesi? Se ciò è lecito, possiamo dire che l'Islam non si è evoluto dai tempi che furono, ma conservato tradizioni che stridono con i costumi occidentali e rendono difficile la convivenza tra musulmani e laici.

Nei Paesi dominati dall'Islam non esistono democrazie, bensì teocrazie; non c'è parità tra uomini e donne; si infliggono pene corporali e capitali; non si riconoscono diritti umani e civili. Tutto questo non agevola la cosiddetta integrazione. Se aggiungiamo che gli islamici immigrati in Occidente preferiscono obbedire alle leggi coraniche che non a quelle dello Stato che li ospita, il quadro è completo. Come evitare, date le premesse, attriti fra le due culture in questione?

P.S: approfitto della circostanza per scusarmi coi lettori, e con te, per un errore contenuto nel mio pezzo di domenica, in cui si leggeva: «...

per vari lustri l'obiettivo non era liberare popoli oppressi ... bensì per succhiare petrolio». la frase corretta era: «... per vari lustri l'obiettivo non era liberare popoli oppressi, ma succhiare petrolio...». Così il discorso fila.

Vittorio Feltri

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