L'ultimo caso risale a giovedì scorso, un furgone dell'Amsa è uscito dal deposito di viale Palmanova e dopo aver percorso circa trecento metri è andato a fuoco (nella foto), il dipendente alla guida è prontamente saltato giù dal mezzo ma se l'è vista brutta. «É solo l'ultimo di una serie di episodi che si sono verificati in Amsa e che mettono a repentaglio la sicurezza dei lavoratori - denuncia ora la Uiltrasporti -. L'improvviso incidente del mezzo avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi se non fosse stato per la capacità di reazione del lavoratore, ma non sempre potrà andare così». Florio Palladino, delegato sindacale che è «preoccupato» e fa presente che «un tempo ci sorprendevamo quando succedeva un caso, tra 2022 e 2023 saranno stati quasi una quindicina». Ha chiesto all'azienda di fornire i dati precisi. «Molti camion sono andati a fuoco negli ultimi tempi - continua il sindacato -, mezzi vetusti che continuano ad essere riparati forse troppe volte al punto che il problema, probabilmente perdite di olio, diventa irrisolvibile. Bisogna evitare situazioni potenzialmente pericolose, la cultura della sicurezza deve essere una priorità». Ricorda che Amsa stanzia «risorse importanti a favore della capogruppo A2a a fronte di un sostegno e supporto dell'attività di salute e sicurezza», la cifra si aggirerebbe intorno ai centomila euro al mese, «non possiamo pensare che nonostante l'ingente impegno economico esistano ancora situazioni in cui si curino le ustioni con il dentifricio».
Il sindacato ha protestato altre volte e ribadisce di nuovo che è «necessario un cambio di passo» anche su altre situazioni, «non possiamo assistere a fantasiose procedure per risparmiare sulla fornitura dei guanti, fondamentali per chi fa questo lavoro».
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