Anche se cè ancora qualche veliero che naviga con una polena sotto la prua, lantica usanza di decorare le navi con sculture lignee ci appare fortemente legata a una religiosità superstiziosa ormai quasi scomparsa. A questi curiosi ed enigmatici manufatti è dedicata la mostra «Le polene: i volti del mare», ospitata a Civitavecchia nel Forte Michelangelo fino al 18 agosto. Levento, organizzato dalla Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Lazio, diretta da Rossella Vodret, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, va inserito nellambito del primo Festival internazionale della marineria, che si è tenuto nel Porto Antico della città tra il 21 e il 26 luglio.
Il termine polena deriva probabilmente dal francese poulaine o meglio da souliers à la poulaine, cioè le scarpe alla polacca caratterizzate dalla punta lunga e rialzata somigliante alla prua di una nave. Ma la sua storia è molto più antica: sappiamo che lateniese Licomede avrebbe dedicato ad Apollo le insegne della prima nave persiana catturata a Salamina (480 a.C.), insegne che dovevano essere presumibilmente delle sculture collocate sotto la prora.
La presenza nella prua (o prora) di una figura tutelare apotropaica è legata al fatto che essa è il punto cruciale della nave, intesa quasi come elemento vivente che si fa strada tra le acque misteriose e non di rado avverse. In origine le polene raffiguravano animali, forse per ricordare lesposizione del vello dellanimale sacrificato agli dei del mare prima della partenza. Ma ben presto si passò alla raffigurazione di statue di eroi mitologici, divinità, principi. Anche le figure femminili sono molto presenti, spesso seminude e con i capelli al vento, in apparente contraddizione con la superstizione marinara che riteneva le donne a bordo apportatrici di sciagure. Nelle navi vichinghe la decorazione prevedeva teste e forme mostruose, mentre in ambito cristiano dal Rinascimento in poi compaiono i santi e la Vergine Maria. A volte il personaggio raffigurato è reale e in relazione con il nome della nave. Rispetto alla rarità degli esemplari dellantichità e del medioevo, numerose sono le polene databili tra il Seicento e lOttocento, periodo che può definirsi lepoca doro di tali manufatti.
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