Cos'è la leucemia mielomonocitica cronica: cause, sintomi e cure

Tra le varie forme di leucemia c'è quella chiamata mielomonocitica cronica: ecco quanti pazienti colpisce ogni anno in Italia, le cause e le strade migliori per curarla

Cos'è la leucemia mielomonocitica cronica: cause, sintomi e cure
I punti chiave

Tra i tumori del sangue esistono alcune tipologie diverse di leucemia: tra queste compare la leucemia mielomonocitica cronica (LMMC) considerata una delle più frequenti delle sindromi mielodisplastiche-mieloproliferative, caratterizzata da una produzione eccessiva delle cellule del sangue che in questo caso specifico vedono un aumento di una particolare tipologia di globuli bianchi chiamati monociti.

Le cause

La LMMC non è quella più aggressiva nel panorama di queste malatte e colpisce soprattutto gli over 70, quindi la popolazione in età avanzata. Le cause principali riguardano una "proliferazione eccessiva delle cellule del sangue, e le sindromi mielodisplastiche, con cui condividono una maturazione anormala dei precursori del midollo", hanno spiegato gli esperti di Ail, Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma. Attualmente, la sua incidenza è quantificata in pochi casi, tra 1 e 4 ogni 100mila abitanti ogni anno in Italia.

I sintomi

I segni e sintomi della LMMC sono variabili e comprendono anemia, sanguinamenti, formazione di ematomi, infezioni ricorrenti, l'ingrandimento del fegato e della milza oltre a sudorazioni notturne, perdita di peso e cachessia. "Sono inoltre caratterizzate da un aumentato rischio di evoluzione in leucemia acuta", scrive in un comunicato l'Asst dei Sette Laghi della Regione Lombardia. Un campanello d'allarme è rappresentato dall'elevato numero di globuli bianchi e dall'eccesso di monociti nel midollo osseo e nel sangue. Per una corretta diagnosi viene studiata la morfologia "del sangue periferico e midollare al fine di valutare anomalie delle cellule del sangue e dei suoi precursori. La biopsia osteomidollare è importante per valutare la cellularità, la fibrosi e la topografia delle cellule emopoietiche nel midollo", aggiunge l'Asst. L'analisi di specifici geni del Dna permette di identificare specifiche mutazioni.

La cura

Il sistema immunitario viene debilitato dalla malattia che può andare incontro a frequenti infezioni tra cui quelle ai polmoni. Per curarla si ricorre al trapianto allogenico di cellule staminali considerato "l’unico trattamento con potenzialità curative, ma in molti casi – in considerazione dell’elevata età della maggioranza dei pazienti – è di difficile attuazione. Viene comunque raccomandato nei casi ad alto rischio", spiega l'Ail. Inizialmente viene attuata la chemioterapia per contenere la malattia mentre si cerca un donatore nella famiglia del paziente malato o all'esterno. Il prelievo delle cellule staminali, laddove possibile in base alle condizioni generali del paziente, arriva dal midollo osseo o dal sangue periferico.

I pazienti che non possono essere sottoposti a trapianto vengono curati con azacitidina e, nei casi più gravi, anche con l'idrossiurea per controllare il numero dei globuli bianchi.

Altri farmaci chemioterapici somministrabili per via orale e a volte utilizzati per lo stesso scopo sono l'etoposide, la 6-mercaptopurina e il busulfano. In caso di anemia, nei pazienti a basso rischio può essere utilizzata l'eritropoietina.

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