Intestino, cosa succede con ansia e stress: lo studio

Condizioni psicologiche negative possono modificare il microbiota del nostro intestino: ecco le nuove evidenze scientifiche, il ruolo di ansia e stress e le possibili soluzioni future

Intestino, cosa succede con ansia e stress: lo studio
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Anche se rimane poco chiaro il meccanismo, alcuni scienziati hanno messo in evidenza ciò che si intuiva già da molto tempo e con altri studi: cervello e intestino sono due organi strettamente collegati e il primo può influenzare negativamente il secondo quando si ha a che fare con ansia e stress, specialmente se cronici.

Lo studio

Ricercatori cinesi hanno pubblicato il loro lavoro su Cell Metabolism dove spiegano che la comunicazione cervello-intestino indotta dallo stress "è implicata nella patogenesi e nella ricaduta dei disturbi intestinali". Nel caso specifico, lo stress mentale può far riacutizzare condizioni gastrointestinali quali la Sindrome dell’intestino irritabile (Ibs) e la malattia infiammatoria intestinale (Ibd). Così facendo, a cascata, si innesca "una cascata biochimica che rimodella il microbiota intestinale". Gli autori del nuovo studio hanno dimostrato che alcuni topi da laboratorio sottoposti a stress cronico per due settimane avevano livelli più bassi delle cellule preposte ad aiutare le funzioni dell'intestino rispetto ai topi non sottoposti a quel tipo di stress: in questo modo hanno visto che il metabolismo non funzionava a dovere e tutto aveva origine dal sistema nervoso simpatico.

Cos'è il microbiota

Gli esperti della Fondazione Veronesi spiegano l'importanza che riveste il microbiota intestinale per ogni essere umano perchè composto da virus, batteri e funghi che vivono nel nostro organismo con il quale interagiscono continuamente. L'intestino, nel caso specifico, è molto ricco di questa "popolazione" che può essere influenzata negativamente sia in base al tipo di alimentazione ma anche per fattori esterni come stress e ansia. Un microbiota non in equilibrio causa numerose patologie perché "è implicato in molti processi svolti dal corpo umano, dalle funzioni immunitarie alla produzione di sostanze utili al nostro organismo, fino alla digestione", sottolinea la Fondazione.

Il meccanismo di innesco

"In particolare, alcuni batteri del genere Lactobacillus, che si trovano naturalmente nell’intestino e proliferano in condizioni di stress, producono una sostanza chimica chiamata indolo-3-acetato (Iaa)", spiegano i ricercatori che hanno visto come livelli elevati di Iaa causati dallo stress non hanno dato modo, alle cellule staminali presenti nell'intestino dei topi di agire come cellule immunitarie proteggendo a dovere l'organismo. Se è vero che lo studio è stato effettuato sui topi, le stesse prove si avrebbero anche sull'uomo dopo aver visto elevati livelli di Iaa nei pazienti che soffrono di depressione che non sono presenti, viceversa, nei soggetti sani. "Sembra proprio, quindi, che quando siamo stressati anche il nostro microbiota intestinale soffra di stress".

In questo modo sarà più facile trovare nuove cure e trattamenti per evitare che stati emotivi stressanti impattano negativamente sulla vita quotidiana: un esperimento per adesso condotto soltanto sui topi ha dimostrato che con la somministrazione di un integratore chiamato α-chetoglutarato, "le cellule staminali compromesse dell’intestino hanno riacquistato la loro funzione".

Prima del suo impiegno sull'essere umano, però, saranno necessarie nuove evidenze per capire quali possano essere gli effetti a lungo termine se si assume questa sostanza e in che modo possa riuscire a "disinnescare" lo stress.

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