Fondi e Sabbioneta: due città così lontane e così simili

Divise alla nascita. Ma uguali in tutto e per tutto. O quasi. No, non stiamo parlando di genetica umana ma di città. Anzi, meglio di due paesi talmente simili da potersi confondere l’uno con l’altro se non fosse per la diversa dimensione: Fondi e Sabbioneta. Uno in provincia di Latina, l’altro in quel di Mantova. Centinaia di chilometri li separano eppure hanno tante cose da raccontarsi e raccontare. Trentunomila abitanti l’uno, poco più di quattromila l’altro. Il primo con una presenza antichissima nel nostro Paese (IV secolo a.C.), l’altro con una storiapiù recente (metà 1500). E un denominatore comune: Vespasiano Colonna Gonzaga. Nipote della contessa Giulia Gonzaga, divenuta sua tutrice dopo la morte del padre e l’abbandono della madre, Vespasiano nacque e fu allevato proprio a Fondi. Fu lui il fondatore, l’ideatore e il primo e ultimo duca della città perfetta, Sabbioneta, nella bassa padana fra Mantova e Parma. Vespasiano la realizzò completamente nell’arco di circa trentacinque anni dal 1556 sino alla sua morte avvenuta a Sabbioneta nel 1591 secondo i canoni e i criteri del migliore rinascimento italiano. Canoni che lui prese in tutto e per tutto dalla sua città natale, Fondi appunto.
A Sabbioneta infatti c’è molto della città pontina. Partendo proprio dalla struttura: il principe Colonna Gonzaga fece erigere Sabbioneta secondo l’antico reticolato romano di Fondi. L’orientamento nord-sud delle strade ad esempio come punti cardine. E ancora: piazza principale, vie del centro storico, addirittura portoni e maniglie identici. Per non parlare della chiesa, quella di Sant’Antonio Abate, una sorta di copia in miniatura della Collegiata di Fondi. Tra l’altro le due chiese hanno accanto le rispettive sinagoghe (chiamate dai residenti nello stesso modo, «casa degli spiriti»), le migliori per stato di conservazione in tutta Italia.
Negli anni però l’allieva (Sabbioneta) ha superato il maestro (Fondi), divenendo patrimonio dell’umanità per l'Unesco.

Ma ancora oggi se vi capita di passare nel paesino mantovano troverete qualcuno che vi parlerà della «casa madre» e delle affinità storico culturali con la città pontina, oggi purtroppo nell’occhio del ciclone per tutti altri motivi. Che il povero Vespasiano Gonzaga certo non poteva immaginare...

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