"La fusione nucleare? È bella come il sole e genera energia infinita"

Intervista a Piero Martin, ordinario di Fisica Sperimentale all'Università di Padova e responsabile scientifico del progetto DTT di Frascati. La tecnica che consentirà di riprodurre ciò che avviene sulla nostra stella in centrali studiate per produrre energia infinita a impatto zero

Il fisico Piero Martin
Il fisico Piero Martin

«Il sole splende, non ha alternativa»: Samuel Beckett non era certo uno scienziato, ma in fondo in questa sua frase c'è tutto quanto serve per cambiare il futuro dell'umanità. Si tratta di dare una nuova energia, insomma, e non è solo una questione pratica ma perfino filosofica, se pensiamo che il sole potrebbe essere il propulsore di un mondo molto più pacifico. Poi ci sono gli uomini naturalmente, e per fortuna c'è chi studia per far sì che le fonti che muovono il business del pianeta non siano più oggetto di conquista.

Tra guerra e pace, dunque, ci sono le grandi menti al lavoro. E una di queste, quella del Professor Piero Martin, ordinario di Fisica Sperimentale all'Università di Padova e responsabile scientifico del progetto DTT di Frascati, può raccontare i progressi continui della fusione nucleare. Cioè la tecnica che consentirà di riprodurre ciò che avviene sulla nostra stella in centrali studiate per produrre energia infinita a impatto zero.

Professor Martin, stiamo parlando di nucleare. Però...

«Però nucleare è una parola che per varie ragioni fa paura. Nel nostro caso invece stiamo parlando del più grande sforzo scientifico per un futuro sostenibile»

Facciamo ordine, allora.

«La fusione nucleare è un processo fondamentale in natura: è quello, infatti, che alimenta il Sole e le stelle. Coinvolge il cuore della materia, il nucleo. Si tratta di un processo nel quale due nuclei leggeri, tipicamente idrogeno o suoi isotopi, si fondono a formare un nucleo più pesante, ad esempio l'elio».

Cosa avviene a quel punto?

«A seguito della reazione viene convertita energia che era immagazzinata nei nuclei genitori e che può essere quindi utilizzata per produrre energia elettrica. È appunto il processo alternativo alla fissione, dove invece un nucleo pesante come quello di uranio si scinde».

Quali sono i vantaggi?

«Stiamo parlando di sorgente di energia elettrica che non produrrà CO2 e che non rilascia scorie con radioattività di lunga durata. In più i combustibili utilizzati in un futuro reattore, ovvero acqua e litio, sono reperibili con facilità. Pensiamo, nel primo caso, al mare».

Di fusione si sta parlando da un po'. Quali sono i progressi?

«La fusione funziona in natura: sopra le nostre teste abbiamo un meraviglioso reattore naturale, il sole. Possiamo dire che grazie alla fusione nel sole esiste la vita sulla Terra. In laboratorio si sta lavorando alacremente per riprodurre il fenomeno. Gruppi di ricerca in tutto il mondo stanno sviluppando la scienza e le soluzioni tecnologiche che consentiranno di arrivare al prototipo di reattore».

Gruppi di ricerca che in questo momento della Storia rappresentano quasi un'eccezione.

«Queste ricerche mettono insieme fisica e ingegneria di punta, con lo scopo di realizzare un reattore efficiente. In Francia, ad esempio, è in costruzione Iter, un grande progetto realizzato grazie a una collaborazione tra Unione Europea, Cina, Corea, Federazione russa, Giappone, India e Stati Uniti. Tutti insieme per dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione, e sarà seguito dal prototipo di reattore dimostrativo per la produzione di energia elettrica».

L'Italia è in prima linea in queste ricerche.

«Presso il laboratorio Enea di Frascati si sta costruendo il dispositivo sperimentale DTT, che sarà uno dei più avanzati al mondo e sarà chiamato a dare risposte cruciali per lo sviluppo dei reattori. Viene realizzato grazie a una importante collaborazione tra ricerca pubblica e privata: nella società consortile responsabile della costruzione di cui Enea è socio di maggioranza è coinvolta al 25% anche Eni. Sono soci anche Infn, Cnr, università e consorzi di ricerca».

Un'altra importante parte della ricerca è a Padova.

«Nei laboratori del Consorzio RFX di Padova continuiamo il lavoro di costruzione di un importante componente dell'esperimento Iter. L'industria italiana è fortemente coinvolta a livello internazionale nella fornitura dei suoi componenti con oltre un miliardo e mezzo di euro di commesse e per vari laboratori».

Quando Iter potrà andare a regime? E quando questo futuro sarà possibile?

«Nel corso degli ultimi 2-3 anni stiamo assistendo a una forte accelerazione delle attività scientifiche e tecnologiche sulla fusione, che è sempre più oggetto di programmi ambiziosi in molti Paesi, ed ha recentemente attirato oltre 6 miliardi di dollari di investimenti in start-up private nel settore. Iter, poi, come si diceva, ecofinanziato dalle maggiori economie mondiali».

E questo vuol dire che...?

«Che la fusione ha raggiunto un notevole grado di maturità scientifica. Si sono ottenuti risultati importanti che confermano i modelli teorici e consentono di essere estrapolati con buon grado di sicurezza alle condizioni di lavoro di un reattore. Anche se alcune tecnologie necessitano di ottimizzazioni, l'unione di ambiziosi e focalizzati programmi scientifici con un approccio pragmatico di tipo industriale credo consentirà la costruzione di un impianto di potenza, in tempi tali da far sì che la tecnologia diventi elemento prezioso per la sostenibilità della transizione energetica».

La fusione cambierà davvero il mondo?

«Insieme alle rinnovabili è destinata a essere protagonista di un futuro energetico sostenibile. La fusione usa combustibile praticamente illimitato e diffuso, non produce gas serra, è un processo intrinsecamente e naturalmente sicuro, ha un limitato impatto ambientale, senza scorie di lunga durata, e ben si presta a una produzione continua di energia, in tal senso integrandosi bene con le rinnovabili. Sono tutte proprietà che la rendono un ingrediente insostituibile, insieme alle rinnovabili, di un futuro paniere energetico, sicuro e sostenibile. Con un particolare, di questi tempi, rivoluzionario».

Quale?

«Se l'energia sarà disponibile in grandi quantità per tutti e a un costo accessibile, i Paesi del mondo potrebbero scoprire che farsi la guerra diventerebbe inutile».

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