Patto di coalizione a Cagliari: "Il governo durerà 5 anni"

I leader della maggioranza tutti insieme sul palco per sostenere Truzzu. La premier: "Se passa il premierato posso smettere di fare questo lavoro"

Patto di coalizione a Cagliari: "Il governo durerà 5 anni"
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«Il governo durerà almeno cinque anni, si mettano l’animo in pace». Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi si ritrovano a Cagliari per tirare la volata al candidato governatore del centrodestra per la Sardegna, Paolo Truzzu, a quattro giorni dal voto. Un appuntamento in vista del quale la premier e il leader della Lega decidono, simbolicamente, di viaggiare insieme sullo stesso volo di linea.

Il comizio finale assume un carattere fortemente unitario. La volontà è quella di lanciare un chiaro messaggio agli elettori dell’Isola, ma anche di rinsaldare una volta di più l’immagine della coalizione nei giorni in cui sulla richiesta di terzo mandato per i governatori, perorata dalla Lega, le scintille non sono mancate. I quattro tenori insieme sul palco della Fiera di Cagliari vogliono anche far capire a tutti che non c’è spazio per i distinguo e non possono farsi strada le voci che vorrebbero qualche elettore tentato dal voto disgiunto. Non a caso, sul palco con Meloni, Salvini e Tajani per la «foto di famiglia» finale salgono non solo il candidato Paolo Truzzu, ma anche il governatore uscente Christian Solinas che ha rinunciato a correre per il secondo mandato e lancia con la sua presenza un segnale chiaro ai suoi sostenitori.

«La verità è che lo sanno anche loro che questo governo durerà cinque anni. Anche dieci? Finiamone prima uno, giorno per giorno. Possono scrivere quello che vogliono, non stiamo insieme per costrizione ma per scelta, perché abbiamo un progetto da realizzare», dice Giorgia Meloni. «Siamo insieme da 30 anni non siamo qui per l’esperimento del campo largo, non pensiamo che i cittadini meritino di essere usati come cavie del campo largo. Non siamo gente che nemmeno si saluta ma per il gusto del potere si rimette insieme. Il campo largo è il Conte 2 e se metti insieme gente che non ha un progetto i risultati sono quelli del Conte 2. Noi siamo una comunità, siamo uniti e lo dimostrano i risultati. Ci dicevano: perderete i soldi del Pnrr, era la loro speranza e il loro mantra. Invece abbiamo incassato gli obiettivi della terza e quarta rata e pure presentato gli obiettivi della quinta». Un successo sottolineato anche dal sottosegretario all'Ambiente Claudio Barbaro attraverso i dati che vedono l’Italia in testa ai Paesi dell'Unione europea per gli obiettivi raggiunti nell'ambito del Pnrr. «178 su un totale di 527: l'Italia, in questa speciale classifica è in testa seguita dalla Spagna (121 su 416). Un importante traguardo a cui il Mase ha contribuito».

Fa professione di ottimismo Antonio Tajani. «Siamo ottimisti, i sondaggi - checché ne dicano i nostri avversari- dicono che siamo in testa in Sardegna. La sinistra dice che perdiamo tempo a litigare, invece, pace all'anima loro, noi andiamo d'amore e d'accordo. E lavoriamo insieme per vincere le elezioni, in Sardegna, in Basilicata, in Abruzzo, in Piemonte, e anche in Europa. Si mettano l'anima in pace, e si rendano conto che in Italia, e in Sardegna, nessuno ha paura di noi. Noi siamo persone serie, credibili, affidabili, persone perbene».

Il filo rosso dell’unità viene ripreso anche da Matteo Salvini dopo un incontro a margine con la stessa Meloni, raccontano, «all’insegna della più assoluta armonia». «Più cercano di allontanare me e Giorgia più noi andiamo avanti compatti, come una sola persona. In Giorgia sto trovando non solo un’alleata ma un’amica. In Sardegna possiamo e dobbiamo vincere per completare quanto fatto negli anni trascorsi. Su questo palco ho sentito le stesse parole dal governatore uscente e da quello entrante.

Grazie a Solinas e buon lavoro a Paolo Truzzu. L'unità che state dimostrando è il valore più prezioso. Domenica è una scelta tra il passato e il futuro, non vi dico di votare Lega perché dall'altra parte c'è il soviet, Stalin il comunismo.

Al contrario l'unico argomento che è rimasto alla signora Todde è “votatemi perché arrivano i fascisti”».
Poi, dalla premier, un passaggio sulla madre di tutte le riforme: «Se passa il premierato posso smettere di fare questo lavoro. Lo deciderete voi».

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