Le parole che ha pronunciato lo Zar Putin nelle ultime ore sanno di avvertimento: "l'operazione speciale russa in Ucraina porterà a termine tutti gli obiettivi" ha ribadito intervenendo davanti ai parlamentari. Che non sia un bel segnale lo sapevamo anche da ieri, da quando è iniziata la tre giorni del vertice dei Paesi Nato a Ramstein. Il segretario della Difesa americana, Lloyd Austin, in questo senso era stato profetico esortando tutti gli alleati di Zelensky a "muoversi alla velocità della guerra" per rifornire quanto prima l'esercito di Kiev perchè "le prossime settimane saranno decisive" e non c'è più tempo da perdere. Troppo tardi, o forse non si sarebbe comunque potuto fare nulla, visto che Putin ha almeno tre ragioni per cui non è interessato al cessate il fuoco.
Le tre ragioni dello Zar
Da Washington, ieri sera, si sono susseguite molte voci secondo le quali il presidente russo è ancora fermamente convinto di vincere la guerra, non importa se sarà soltanto il Donbass, e non sarebbe minimamente interessato ad alcuna trattativa come invece aveva fatto credere al segretario Onu, Antonio Guterres, che ha incontrato di fronte all'enorme tavolo in legno bianco affermando che i colloqui stavano andando avanti e che lui stesso "sperava in risultati positivi". La solita boutade, il solito gioco delle tre carte. A proposito di numero tre, gli americani hanno interpretato tre segnali che non fanno ben sperare per un ritorno immediato alla tregua, alla pace: il blocco del gas a Polonia e Bulgaria; le parole di Lavrov, ministro degli Esteri russo, il quale ha da poco affermato che non è così remota l'ipotesi che possa scattare una terza guerra mondiale e, appunto, l'esito della missione russa di Guterres che fondamentalmente si è conclusa con un pugno di mosche in mano.
"I piani sono falliti"
Insomma, a Washington non sono contenti di come Guterres abbia gestito la situazione nel suo colloquio personale con Putin. Infatti, la riprova è che nemmeno 24 ore dopo, il presidente russo ha dichiarato apertamente che "i piani dei Paesi occidentali di strangolare economicamente la Russia sono falliti", celando dietro la scusa economica ogni possibile trattativa per finirla qui. Le sanzioni esistono già da due mesi, non era per quel motivo che Guterres aveva chiesto una tregua a Putin ma tant'é.
Lo Zar va per la sua strada parlando di come i Paesi occidentali abbiano "avviato massicci preparativi per una guerra economica contro la Russia, passo dopo passo, usando ogni sorta di pretesti e talvolta semplicemente senza alcun pretesto, hanno introdotto sempre più sanzioni", concludendo che "anche i piani attuali per strangolare l'economia russa sono falliti".Le speranze, a questo punto, sono due: come si legge sul Corriere, il presidente francese Macron, fresco di rielettura, e gli altri Capi di Stato europei che avranno l'infausto compito di provare a far ragionare lo Zar.
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