L'acciaieria Azovstal a Mariupol è ormai vuota: gli ultimi combattenti ucraini sono stati fatti uscire ieri e la zona è in mano ai russi. La resistenza è durata 86 giorni ma i soldati di Zelensky si sono dovuti arrendere soprattutto alla mancanza di cibo cure mediche, non avrebbero potuto resistere in eterno. Adesso, però, la conditio sine qua non per intavolare dei negoziati con la Russia dipenderà da Putin e dal suo esercito se salveranno "la vita dei difensori del Mariupol", come ha spiegato ai media ucraini il loro presidente. Affinché ciò accada, "molto" se non quasi tutto "dipende dai risultati dello scambio di prigionieri che deve coinvolgere i combattenti usciti dall'acciaieria di Azvostal".
Le condizioni di Zelensky
Alla tv di stato ucraina, Zelensky è stato chiaro: "Li porteremo a casa. Questo è quello che dobbiamo fare con i nostri partner che si sono presi la responsabilità". Secondo quanto dichiarato anche da Mosca, il presidente ucraino ha confermato che i combattenti dell'Azovstal saranno rilasciati. "I ragazzi hanno ricevuto un segnale dai militari per uscire e salvare le proprie vite" , ha ribadito Zelensky, il quale aspetta però lo scambio con la Russia, non basta la certezza che siano al sicuro. La guerra, poi, non è stata voluta dall'Ucraina come è stato ribadito dal numero uno ucraino che spera comunque in un dialogo in quella che definisce "guerra ibrida". Vincere sarà difficile "ma la conclusione sarà racchiusa nella diplomazia".
I negoziati per la liberazione
A trattare l'uscita dei soldati russi dall'acciaieria sono stati anche i leader di Francia, Turchia, Israele e Svizzera come ha affermato Zelensky durante un'intervista con Ukrinform. La negoziazione con i quattro leader di quei Paesi è stata richiesta per via dei buoni rapporti con Putin. Ricordando i crimini di guerra, condanna e orrore per Bucha dove è stato sottolineato che dopo quanto accaduto "la Russia non potrà essere tra i Paesi garanti della sicurezza ucraina". Viceversa, è importante stringere alleanze con quella cerchia di "garanti della nostra sicurezza tra Paesi partner fidati", sottintentendo i Paesi Nato e in particolar modo gli Stati Uniti, per i quali Zelensky ha speso parole d'elogio.
Il ringraziamento a Biden
Come detto, il presidente ucraino ha ringraziato apertamente Joe Biden, che in Corea del Sud ha firmato un nuovo pacchetto di aiuti per l'Ucraina per la cifra complessiva da quasi 40 miliardi di dollari.
"Grato al presidente Usa per aver firmato il provvedimento sull'ulteriore supporto per l'Ucraina - ha twittato il presidente ucraino - È fondamentale la leadership degli Usa, del presidente Biden e del popolo americano nel sostenere la battaglia dell'Ucraina contro l'aggressore russo". Il presidente ha poi aggiunto di rimanere in attesa di "nuova, potente assistenza per la difesa" che oggi "serve più che mai", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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