Le parole a cui si crede ancora oggi

La storia della Cina è popolata da tanti autori oggi considerati "classici". Le loro opere ancora oggi continuano a influenzare la società (e non solo)

Le parole a cui si crede ancora oggi

5000 anni sono una lunga storia, popolata in Cina da tanti autori oggi considerati "classici". Essi incarnano la saggezza, la filosofia e gli stili di vita con cui i cinesi si relazionano agli altri. Le loro opere ancora oggi forniscono una luce per interpretare le dimensioni inedite della società e soprattutto continuano a influenzare la governance della Cina. Ecco alcune frasi e parole emblematiche.

Prendere con parsimonia e in modo appropriato

Risorse come terra, acqua, energia ecc. sono limitate. I combustibili fossili, ad esempio, all’attuale ritmo di consumo si esauriranno in tempi già prevedibili. Come possiamo affrontare, quindi, la sfida della gestione delle risorse? Mille anni fa Lu Zhi, funzionario della dinastia Tang, fornì al suo imperatore alcuni consigli circa lo sfruttamento eccessivo della terra. La soluzione era “usare le risorse con parsimonia e in modo appropriato”. “Dobbiamo promuovere uno stile di vita più semplice e moderato, eco-sostenibile e a basse emissioni di carbonio, opporci agli eccessi e agli sprechi e condurre una vita più consapevole e sana” ha affermato Il presidente cinese Xi Jinping il 29 aprile 2019 al Beijing Horticultural Expo. Pronunciò in quell’occasione “Qu Zhi You Du, Yong Zhi You Jie” (prendere con parsimonia e usare in modo appropriato), citazione dal testo classico “Zizhi Tongjian” (Uno specchio completo per l’aiuto nella governance), completato durante la dinastia Song (960-1279) e che ha attraversato la storia di ben 16 diverse dinastie. Questo scritto getta luce sulla tradizionale concezione culturale della leadership con la quale gli antichi imperatori governavano il paese.

Il significato primo dell’affermazione è di non depredare la natura ma usare con moderazione le risorse. Per Laurence Brahm, celebre giurista ed economista internazionale, questa citazione abbraccia il nucleo della cultura cinese: “Tian Ren He Yi”, cioè l’armonia tra uomo e natura. Sono note le differenze tra il pensiero occidentale e quello asiatico e i relativi sistemi di valori riguardo ai rapporti tra la natura e l’uomo. “Più o meno dal Medioevo l’occidente è stato improntato al dualismo, il pensiero dei popoli asiatici invece ruota intorno al concetto di yin e yang, che non sono principi opposti ma in equilibrio, poiché ogni cosa si evolve finché non raggiunge finalmente l’armonia con la natura. E nei cinquemila anni della civiltà cinese gli esseri umanisono sempre stati considerati parte integrante della natura”. Brahm conclude che la Cina ha già una visione completa sul riequilibrio dello sviluppo economico: "una grande quantità di risorse è stata investita nella riconversione energetica e nel passaggio dai combustibili fossili all’energia verde, in linea con le politiche ecologiche sostenute dal presidente Xi, e per giunta in breve tempo: è stata una decisione chiave, una vision che serve al riequilibrio ambientale”.

Tenere fede alla propria parola e mantenere le promesse

Da anni la civiltà cinese vive e osserva il suo sistema di valori, che dà grande enfasi al principio secondo cui bisogna “tener fede alla propria parola e mantenere le promesse (Yan Bi Xin Xing Bi Guo)”, in simbiosi con un altro principio che afferma: “con le persone disoneste, la fiducia viene messa in discussione”. Sono pensieri e concetti distintivi della nazione e incarnano valori storici intramontabili, sia nel passato che nel presente. “Yan Bi Xin Xing Bi Guo” è una frase che Confucio pronunciò oltre 2000 anni fa. Per un individuo l’integrità è un imperativo morale. Per un paese è una prova della capacità di governo. Esistono affermazioni simili in diverse altre culture, anchein Italia, dove il proverbio recita: “Ogni promessa è debito”. Tutti questi detti trattano delle fondamenta del contratto sociale. In Cina, ad esempio questo principio si trova nella formulazione e nell’attuazione dei Piani Quinquennali, ed è un principio al quale sa attenersi anche il Partito comunista cinese, da sempre impegnato nella pianificazione dello sviluppo economico e sociale del Paese (anche se i “Piani Quinquennali”, in realtà, sono stati avviati successivamente alla fondazione della Repubblica Popolare).

Di nuovo Laurence Brahm ricorda che il governo cinese è estremamente capace di realizzare i piani programmati. Perchè? “Ciò è dovuto alla particolare organizzazione dell’amministrazione cinese, che può essere fatta risalire all’epoca della Cina antica, è l’eredità del pensiero filosofico antico, in coerenza e continuità. In Cina il processo di costruzione del consenso è stato portato avanti da generazioni e generazioni di leadership collettiva, alternando vecchio e nuovo, in una transizione graduale”. Così, nel corso dell’attuazione del 14mo Piano Quinquennale, la Cina si impegnerà a promuovere la realizzazione di “zero emissioni” dal carbone e di un completo upgrading tecnologico. Tutti questi traguardi ambiziosi chiedono formulazione ma soprattutto realizzazione concreta, per dare vera credibilità a chi pianifica e garantisce la continuità delle politiche proposte. Spiega Brahm: “Il messaggio della Cina agli altri paesi è che in economia non ci si deve limitare ad un’ideologia: pianificazione e mercato non sono in conflitto. In realtà operano in sinergia. Per usare un concetto cinese: sono in armonia”.

Senza confini è l'oceano in cui navighiamo sospinti dal vento

Senza confini è l’oceano in cui navighiamo sospinti dal vento” è un verso tratto da una poesia cinese di mille anni fa. E’ una metafora sulla possibilità di stringere amicizie con amici lontani. Un celebre uomo d’affari americano, Henry Ford, pronunciò qualcosa di simile: “Incontrarsi è un inizio, restare insieme è un progresso e lavorare insieme è un successo”. Se ci impegniamo tutti insieme, perciò, tutti ne trarranno beneficio e tutti avranno un meritato successo. Al vertice annuale dei Ceo dell’APEC, il 7 ottobre del 2013, il presidente Xi Jinping citò proprio questo proverbio affermando che “la Cina si dedicherà a costruire un quadro di cooperazione nella regione transpacifica che recherà beneficio a tutte le parti. Il vasto Pacifico è privo di barriere naturali e non dovremo erigerne di artificiali. ‘Senza confini è l’oceano in cui navighiamo sospinti dal vento".

Negli ultimi 40 anni la Cina ha riformato la sua economia unendosi al resto del mondo nella convinzione che l’apertura è la via per la crescita e la ricchezza. Ci sono ovviamente aziende occidentali critiche sull’equitàe la trasparenza dell’ambiente imprenditoriale in Cina. E’ un dibattito sempre aperto, anche sui social, dove un influencer come Lee Barrett ha voluto dire la sua, con equilibrio, ritenendo che la Cina rimanga ancora molto aperta agli investimenti stranieri: “ha un enorme mercato interno in cui gli investitori esteri da un lato possono trovare dei partner che garantiscono ogni sorta di produzione moderna e automatizzata, dall’altro hanno accesso al mercato interno e possono fabbricare i loro prodotti a costi inferiori. Di conseguenza, definirei la politica d’apertura come molto utile, e non solo alla Cina”.

In questo mondo diviso, imparare ad andare d’accordo è un impegno costante. Ecco un altro imprenditore americano presente in Cina, Derek Cowburn, fondatore di Lumen Cache: “quando confronto quello che vedo qui, mi rendo conto che la Cina è avanti in molti settori. Questa leadership si manifesta in modo abbastanza umile, offrendo aiuto e opportunità di sviluppo alle imprese estere. Ci vuole tempo per arrivare a comprendere tutto questo”.

La politica di apertura e mutualità ha portato beneficio al Paese, ma la Cina mostra di volersi impegnare di più con il resto del mondo per costruire una comunità dal futuro condiviso. “L’uscio dell’apertura cinese non sarà mai chiuso, anzi verrà spalancato”, ha promesso il presidente
Xi Jinping al Forum Boao per l'Asia del 2018

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