Staccate le spine delle macchine che - dallo scorso aprile - tengono in vita il 12enne Archie Battersbee. Hollie Dance, la mamma del ragazzino, aveva cercato in tutti i modi di andare contro i medici e non sospendere le cure, ma ha perso anche l’ultima battaglia, quella di poter dare al figlio una morte più degna e serena. La madre di Archie aveva reso noto che la procedura che avrebbe accompagnato il figlio alla morte sarebbe iniziata alle 10 ora locale, le 11 in Italia. La donna aveva detto a Sky news:‘’Siamo a pezzi. Ho fatto tutto ciò che avevo promesso ad Archie’’. E dopo due ore Archie è morto.
L'ultimo smacco: no al trasferimento in hospice
La donna si era anche rivolta all’Alta Corte, alla Corte d’appello, alla Corte suprema, alle Nazioni Unite e pure alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, ma nonostante ciò non era riuscita a ottenere il prolungamento dell’assistenza e neppure, come ultimo tentativo, il trasferimento di Archie in un hospice per malati terminali. Le tre sentenze, pronunciate dai giudici inglesi, hanno deciso che in base al miglior interesse del minore dovesse essere staccato il respiratore e anche le altre macchine che hanno tenuto in vita il paziente fino a oggi. Il cuore del 12enne ha quindi smesso di battere nella struttura ospedaliera, nella stessa in cui il papà e la mamma hanno detto di essere stati trattati "in modo disgustoso". Archie è morto due ore dopo l'interruzione della ventilazione artificiale, a dare la notizia è stata la sua mamma:"Un bambino così bello. Ha combattuto fino alla fine", ha detto la donna ai giornalisti fuori dall'ospedale.
A ucciderlo un gioco assurdo
Il loro figlio era in coma irreversibile dallo scorso aprile, quando fu proprio la mamma a trovarlo privo di sensi nella sua cameretta. Secondo la tesi, dato che aveva una corda legata al collo, poteva aver preso parte a un assurdo gioco sui social, una sfida sull’asfissia, una challenge estrema, finita in tragedia. Nonostante l’arrivo tempestivo del personale medico, il ragazzino non aveva più ripreso conoscenza, neppure un lieve segno di miglioramento del suo quadro clinico, ed era quindi stato dichiarato ormai in coma irreversibile. Per questo motivo, qualche settimana fa era stato deciso di staccare la spina che teneva in vita il 12enne. Da quel momento i genitori di Archie avevano iniziato una battaglia contro il tempo e contro il parere dei medici.
Battaglia che non sono però riusciti a vincere. L’intervento era stato fissato per martedì 2 agosto, ma era poi stato fatto slittare per aspettare la decisione della Corte di Strasburgo. Oggi il cuore del loro bambino si è fermato per sempre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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