Nuovi casi di virus West Nile in sei regioni italiane: come comportarsi

L'ultimo bollettino pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità ha certificato nelle scorse settimane almeno sei casi di virus West Nile, uno dei quali ha portato al decesso della persona che aveva contratto la malattia. Ecco come prevenire il contagio

Nuovi casi di virus West Nile in sei regioni italiane: come comportarsi
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Nei giorni scorsi è stato accertato in Lombardia il decesso di un uomo a causa del virus West Nile. L'Istituto Superiore di Sanità ha confermato nell'ultimo bollettino la circolazione del virus (nell'uomo o negli animali) in ventisette province italiane sparse fra Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Sardegna (per un monitoraggio che parte dallo scorso maggio). E altre realtà comunali hanno deciso nelle scorse ore di agire in ottica preventiva, sollecitando operazioni di disinfestazione. Questi gli ultimi sviluppi legati alla circolazione della West Nile sul territorio italiano. Il primo caso della stagione è stato riscontrato circa tre mesi fa a Catania, ma di recente altre positività sono state registrate anche nelle zone di Rovigo, Verona, Novara, Padova e Venezia.

Gli ultimi casi in ordine cronologico di persone infette sono invece sei e sono stati segnalati in Lombardia (tre) Emilia (due) e Piemonte (uno). Gli enti territoriali coinvolti hanno ad ogni modo già provveduto ad attuare le disposizioni previste dal Piano nazionale di prevenzione. E proprio ieri, a Modena, l'amministrazione comunale ha ad esempio diramato un'ordinanza che prevede l'obbligo anche per i privati (in caso di organizzazione di feste e raduni capaci di attrarre almeno 200 partecipanti) di provvedere a effettuare trattamenti straordinari preventivi con adulticidi contro le zanzare. L'attenzione sul tema resta quindi alta, anche se la situazione generale rimane comunque sotto controllo. E in alcune regioni il totale dei contagi sembrerebbe persino in diminuzione rispetto allo scorso anno.

West Nile virus: di cosa si tratta e come si trasmette

Stando a quanto riportato dal sito web dell'Iss, la febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile, un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda (nel distretto dal quale prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I "serbatoi" del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex) le cui punture rappresentano il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.

Sintomi e quadro clinico

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta dolori leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei che possono durare pochi giorni e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti e nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Prevenzione e trattamento della malattia

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile: nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi al massimo per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita. La prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzara.

Sotto questo aspetto, l'Iss consiglia di indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto (soprattutto all’alba e al tramonto). E di utilizzare repellenti e svuotare di frequente vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante.

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