L'Italia del 2040? Un popolo di "sonnambuli" senza figli e anziani soli

Diminuiscono i figli e aumenta il numero degli anziani: ecco la fotografia del Censis sui dati attuali del nostro Paese in proiezione ai prossimi anni. Ottimi, invece, i dati sull'occupazione che tocca i massimi storici

L'Italia del 2040? Un popolo di "sonnambuli" senza figli e anziani soli
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Tra poco più di 15 anni soltanto una coppia su quattro avrà dei figli: è quanto emerso dal 57° Rapporto Annuale stilato dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) che ha previsto, per l'Italia, uno scenario a dir poco piacevole. Tutto questo, ovviamente, significa un aumento dell'età media della popolazione che sarà sempre più anziana.

Ecco i numeri

Se l'andamento attuale sarà rispettato, le coppie con figli rappresenteranno soltanto il 25,8% del totale e le famiglie composte da una sola persona aumenteranno fino alla soglia dei 10 milioni (9,7 milioni, il 37%). Tra queste, quelle costituite da anziani aumenteranno fino a diventare quasi il 60% (5,6 milioni) nel 2040: se la situazione odierna vede il 24,1% della popolazione italiana costituita da persone over 65, tra poco più di quindici anni saranno 4,6 milioni in più diventando il 34,5%, ossia più di un italiano su tre. Meno figli=più anziani è un'equazione che porta il Censis a dire che "gli anziani di domani saranno sempre più senza figli e sempre più soli".

Il tema legato agli anziani

Il Centro spiega inoltre che "il numero medio dei componenti delle famiglie scenderà da 2,31 nel 2023 a 2,15 nel 2040" fino a formare quel 25,8% che abbiamo visto prima. Nonostante l'accesso alle cure, è chiaro che man mano che si invecchia aumentano i problemi di salute: se nel 2021 gli anziani con gravi limitazioni funzionali erano 1,9 milioni, quindi il 13,7% del totale degli anziani e il 63,1% del totale delle persone con limitazioni in Italia, le nuove stime ci dicono che nel 2040 "il 10,3% degli anziani continuerà ad avere problemi di disabilità. Rimane quindi sul tappeto la questione ineludibile del bisogno assistenziale legato agli effetti epidemiologici dell'invecchiamento demografico", spiegano gli esperti.

Tra gli anziani, coloro che vivranno da soli saranno soprattutto donne visto che già oggi vive da sola il 63,6% con oltre 64 anni mentre nel 2040 si arriverà al 71,7% contro il 40,4% di uomini anziani sul totale degli uomini soli. In calo anche le cosiddette famiglie tradizionali: se oggi il totale dei nuclei familiari è pari a 25,3 milioni, il Censis spiega che quelle composte da una coppia (con o senza figli) costituisce il 52,4% del totale contro il 60% nel 2009. "Il 32,2% delle famiglie (8,1 milioni) è formato da una coppia con figli (nel 2009 la percentuale era del 39,0%). Sono in calo anche i matrimoni: i numeri ci dicono che se nel 2008 se n'erano celebrati circa 247 mila, nel 2021 soltanto poco più di 180mila: oggi, poi, 1,6 milioni di famiglie (l'11,4% del totale) sono costituite da coppie non coniugate.

Italiani "rassegnati" al declino

Un altro allarme circa i dati del Censis arriva dall'attuale situazione sulla considerazione della società italiana: l'80,1% (e i giovani sono l'84,1%) crede che "l'Italia sia irrimediabilmente in declino". Sul report si legge che "Alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti sembrano rimossi dall'agenda collettiva del Paese, o sono comunque sottovalutati. Benchè il loro impatto sarà dirompente per la tenuta del sistema, l'insipienza di fronte ai cupi presagi si traduce in una colpevole irresolutezza". Ecco perché vengono usate espressioni come "sonnambulismo", ossia la situazione in cui sarebbe "precipitata" l'Italia, finita "in un sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali dagli esiti funesti" prosegue il documento. Tutto questo perché nel 2050 l'Italia avrà perso circa 4,5 milioni di residenti, in pratica come annullare due città come Roma e Milano.

L'inesorabile calo demografico sarà il risultato di una diminuzione di 9,1 milioni di persone con meno di 65 anni (-3,7 milioni con meno di 35 anni) e l'aumento di 4,6 milioni di persone con 65 anni ma anche di più: da qui si prevedono circa otto milioni di inattivi nel 2050, "una scarsità di lavoratori che avrà un impatto inevitabile sul sistema produttivo e sulla nostra capacità di generare valore".

I dati sull'occupazione

Le buone notizie, però, arrivano dal numero di occupati in Italia in crescita dal 2021 con un totale di 23,4 milioni lavoratori nel primo semestre di quest'anno: è il dato più elevato di sempre. Il tasso di occupazione ha così raggiunto il 60% crescendo del 2% tra il 2020 e il 2022 anche se si trova al di sotto del dato medio europeo (69,8%) di quasi 10 punti.

"Una fase espansiva avviatasi nel 2021 e consolidatasi nei primi sei mesi del 2023 che ha portato con se la riduzione dei lavoratori inattivi e un forte ridimensionamento delle persone in cerca di occupazione, ora tendenzialmente sotto la soglia dei due milioni di lavoratori", sottolinea il Censis.

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