Dai pasdaran all'"Asse della resistenza": chi è il ministro precipitato con Raisi

Hossein Amir Abdollahian è diventato il capo della diplomazia di Teheran nel 2021. Nel corso della sua carriera, ha sviluppato uno stretto rapporto con i guardiani della rivoluzione islamica e si è definito un "soldato" di Suleimani

Dai pasdaran all'"Asse della resistenza": chi è il ministro precipitato con Raisi
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Sull’elicottero del presidente iraniano Ebrahim Raisi, coinvolto in un incidente vicino al confine con l’Azerbaigian, viaggiava anche il ministro degli Esteri della Repubblica islamica Hossein Amir Abdollahian. Nominato al vertice della diplomazia di Teheran nel 2021, dal 7 ottobre è stato la voce e il volto dell’”asse della resistenza” finanziato dagli ayatollah.

Il diplomatico 60enne occupa un posto chiave nel sistema di potere iraniano in cui l’ultima parola spetta alla guida suprema Ali Khamenei e in cui la politica estera è controllata dai pasdaran. Proprio con il Corpo delle guardie della rivoluzione Abdollahian ha sviluppato uno stretto rapporto, nel corso degli anni in cui ha ricoperto vari ruoli nel dicastero che oggi comanda. Quando Raisi lo ha nominato ministro, un politico iraniano lo ha definito “un alto Qassem Suleimani nel campo della diplomazia”. Lui stesso, in passato, si è definito come “un soldato di Suleimani” e ha espresso più volte il suo sostegno al mantenimento e al potenziamento della rete di proxy di Teheran che comprende vari gruppi terroristici tra cui gli Hezbollah e gli Houthi.

Nato a Damghan nel 1964, è cresciuto in uno dei sobborghi più poveri della capitale iraniana e ha servito come volontario durante la guerra con l’Iraq del 1980-1988. Durante la sua carriera politica ha sempre lavorato nel ministero degli Esteri, prima come responsabile del desk Iraq, poi come viceministro per gli affari africani e arabi e speaker del parlamento per gli affari internazionali. Nel 2016, l’allora capo della diplomazia iraniana Mohammad Javad Zarif lo ha rimosso dai suoi incarichi. Secondo analisti e osservatori internazionali, la decisione è stata motivata dalla volontà del ministro di ridurre l’influenza dei pasdaran in materia di politica estera e di placare il segretario americano di Stato americano John Kerry, che vedeva in Abdollahian il principale ostacolo agli sforzi di pace promossi dal presidente Hassan Rouhani.

Da quando è asceso al vertice del ministero degli Esteri, il politico 60enne ha perseguito la strada dell’integrazione della strategia dei Guardiani della rivoluzione nella diplomazia internazionale del Paese.

In Medio Oriente vogliamo consolidare i risultati dell’Asse della resistenza e siamo fieri di supportare i nostri alleati”, ha dichiarato davanti al parlamento, dando esplicitamente il suo sostegno all’operato delle Forze Quds nel Levante. Abdollahian è inoltre un sostenitore della politica del “guardare a Est” del presidente Raisi, focalizzata sullo sviluppo delle relazioni dell’Iran con Cina e Russia.

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