La vicenda Alitalia va verso la composizione degli ultimi dettagli, ma la ricerca degli ultimi tasselli è la più laboriosa. Due i temi ancora caldi: quello legato alla ristrutturazione del debito e al ruolo delle banche, e quello sindacale, che dopo aver archiviato i 954 esuberi è alle prese con una serie di risparmi richiesti dall'azienda e con il contratto collettivo nazionale che, a dispetto del'aggettivo «collettivo», sarà applicabile alla sola Alitalia. Ma lo vuole la Cgil, e l'azienda intende assecondarla.
Ieri intanto è atterrato alle 7.10 a Fiumicino il primo volo di Etihad da Abu Dhabi, un Airbus 300 che è ripartito alle 12 per la capitale degli Emirati. Un fatto, in qualche modo, storico. Oggi la celebrazione ufficiale del nuovo servizio giornaliero, alla presenza del numero uno della compagnia James Hogan il quale è arrivato a Roma lunedì, con aereo Alitalia; ieri mattina ha avuto un incontro con Gabriele Del Torchio, ad di quest'ultima. Nessuna firma, comunque.
Le banche hanno trovato l'accordo sostanziale sulla ristrutturazione del debito, che sarà per due terzi trasformato in capitale e per un terzo cancellato, cioè «regalato» alla società e ai suoi azionisti. Ha prevalso l'amor di patria, essendo Alitalia un pezzo, seppur privato, di sistema Italia; certo è un rospo da far andare giù ai piccoli risparmiatori, trattandosi di quattro banche quotate (Intesa, Unicredit, Mps e Popolare Sondrio). La firma su un pezzo di carta non è stata ancora messa. Il tavolo finanziario comprende anche la discussione su un altro tema: 300 milioni di garanzia dei soci per i contenziosi dell'Alitalia che non passeranno alla new company. Hanno puntato i piedi le Poste, anche se l'ad Francesco Caio ieri ma smorzato le asperità. Il ragionamento è semplice: le Poste sono entrate nell'azionariato all'ultimo aumento di capitale, mentre i contenziosi appartengono alla gestione precedente. Ovvio che quando si acquistano delle azioni si compra la situazione attuale; ma è un po' spinoso doversi sobbarcare un rischio che altri, diluendosi nel capitale, hanno invece ridimensionato (Air France, per esempio, e tanti piccoli soci).
Il confronto sindacale anche ieri ha mostrato le sue frastagliature. Tutto liscio nella discussione sul prelievo di solidarietà, cioè un taglio alle paghe, che dai 48 milioni inizialmente richiesti è stato scontato a 31. La misura era contenuta addirittura nel piano industriale di un anno fa elaborato da Gabriele Del Torchio. Il prelievo avverrà in sei mesi, da luglio a dicembre, e sarà graduale. Così, secondo i calcoli dei sindacati, un lavoratore di terra che guadagna 1.200 euro lordi al mese perderà circa 100 euro mentre un comandante si vedrà decurtato di 1.500 euro. Da zero a 20mila euro lordi non sono previste trattenute; da 20 a 30mila euro il 4%; da 30 a 40mila il 5%; da 40 a 60mila il 7%; da 60 a 80mila il 9%; per arrivare, oltre i 90 mila, a un prelievo del 10%; stando a questo schema, detto per inciso, un pilota guadagna 15mila euro al mese.
Sulla via del contratto invece sono apparsi degli ostacoli.
«Sul contratto collettivo nazionale di lavoro abbiamo rilevato alcune criticità che vanno superate» ha detto il segretario Uil Trasporti, Claudio Tarlazzi, spiegando le proprie riserve. Quella della Uil «non può essere una firma definitiva». Il contratto sarà sottoposto «alla valutazione dei nostri iscritti» prima di essere definitivamente approvato. Una stoccata alla Cgil, sostenitrice dell'accordo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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