«Sono stanco, dobbiamo agire» sulle armi. È un Joe Biden molto scosso e con le lacrime agli occhi che si rivolge agli americani e al Congresso per chiedere una stretta su pistole e fucili dopo la drammatica strage nella scuola elementare del Texas. «L'idea che un 18enne possa entrare in un negozio e acquistare un fucile è sbagliata», avverte il presidente Usa con a fianco la first lady Jill, mentre il bilancio della follia omicida del giovane Salvador Ramos sale a 21 morti, due adulti e 19 bambini, tutti nella stessa classe, e almeno 17 feriti (tra cui la nonna del killer). Più tardi il presidente annuncerà che insieme alla first lady volerà in Texas per incontrare le famiglie delle vittime.
Intanto la polizia continua ad indagare insieme all'Fbi per accertare il movente.«Ci sono ancora molte domande senza risposta», ammette con la Cnn Chris Olivarez, portavoce del dipartimento di Pubblica Sicurezza del Texas, spiegando che «stiamo cercando di determinare» se vi fosse un movente. E il governatore dello stato Greg Abbott spiega che quanto è accaduto «è intollerabile e inaccettabile», ma «poteva andare peggio, non lo è stato perché gli agenti hanno agito con il loro coraggio». La conferenza stampa di Abbott è stata interrotta per qualche minuto dal suo rivale, il democratico Beto O'Rourke, che lo ha attaccato poiché non accetta maggiori controlli su pistole e fucili: «Tutto questo dipende da te, era completamente prevedibile e hai scelto di non fare nulla». Sulle armi «possiamo fare di più e dobbiamo fare di più. Quando per l'amor del cielo affronteremo la lobby delle armi?», ha aggiunto intanto l'inquilino della Casa Bianca, parlando dell'ennesimo «massacro». Da vicepresidente Biden ha vissuto in prima persona la strage alla scuola elementare Sandy Hook in Connecticut - dove furono uccisi 20 bambini e 6 adulti - che definì uno dei periodi più bui degli otto anni di mandato di Barack Obama. «Speravo quando sono diventato presidente di non dover farlo ancora una volta. È il momento di trasformare il dolore in azione, e farlo per ogni genitore e per ogni cittadino di questo paese», ha detto ancora chiedendo leggi sulle armi di buon senso di fronte a una lobby (la National Rifle Association) che ha trascorso due decenni a promuovere le armi d'assalto. «Perché queste sparatorie non accadono in altre parti del mondo? Perché vogliamo vivere con queste carneficine? Perché continuiamo a consentire che questo accada? Dov'è la nostra spina dorsale?», si è domandato, definendo la sparatoria un «atto di violenza senza senso»: «Sappiamo che ci sono genitori che non vedranno più i loro figli. Perdere un figlio è vedersi strappare un pezzo di anima». Biden non ha chiesto misure specifiche, ma ha affermato che quando gli Stati Uniti avevano messo al bando le armi d'assalto, dal 1994 al 2004, le sparatorie di massa sono diminuite, per poi «triplicare» dopo la scadenza della legge: «Non ditemi che non possiamo avere un impatto su questa carneficina».
Nel decennio successivo alla strage di Sandy Hook, i democratici hanno ripetutamente tentato, senza successo, di adottare una stretta sulle armi che includesse controlli universali dei precedenti e un divieto alle armi d'assalto, ma molte proposte sono state bloccate dal muro di ostruzionismo dei repubblicani e di un gruppo di dem di centro. Parole pesanti dopo la strage del Texas sono arrivate anche dall'ex presidente Obama. «Michelle ed io siamo a fianco delle famiglie di Uvalde, ma siamo anche arrabbiati. È scaduto il tempo per agire, per qualsiasi tipo di azione», ha affermato.
«Il nostro Paese è paralizzato non dalla paura, ma da una lobby delle armi e da un partito politico che non hanno mostrato alcuna volontà di agire per prevenire queste tragedie». Biden, intanto, ha ordinato le bandiere a mezz'asta fino a sabato in ricordo delle vittime della scuola, e ha chiamato Abbott per offrire «qualsiasi assistenza di cui abbia bisogno dopo l'orribile sparatoria».
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