
Dalla Cop28 a Dubai arriva un bagno di realtà e uno schiaffo ai progressisti italiani ed europei sul nucleare. La narrazione green che propone un fabbisogno energetico basato esclusivamente sulle rinnovabili escludendo le fonti fossili (non solo il carbone ma anche il gas) e anche l'utilizzo dell'energia nucleare, si scontra con i problemi di approvvigionamento. Realizzare la transizione energetica richiede la produzione di un numero crescente di elettricità a partire dalla mobilità elettrica, una necessità antitetica alla dismissione di fonti energetiche stabili come il gas. Le sole rinnovabili, essendo fonti naturali, non possono infatti garantire la necessaria stabilità che invece può fornire il nucleare che non produce emissioni.
Nell'ottica di garantire una transizione ecologica che diminuisca le emissioni di Co2 ma garantisca la sicurezza energetica va letta la dichiarazione congiunta firmata alla Cop28 da una ventina di paesi tra cui Stati Uniti, Francia ed Emirati arabi che hanno chiesto di triplicare la capacità energetica nucleare mondiale entro il 2050 rispetto al 2020 con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dal gas e dal carbone.
La dichiarazione è stata presentata da John Kerry, inviato degli Stati Uniti per il clima, insieme a diversi leader tra cui il presidente francese Emmanuel Macron. Tra gli altri firmatari figurano Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Finlandia, Ghana, Giappone, Moldavia, Mongolia, Marocco, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ucraina, Corea del Sud e Regno Unito. Colpisce in ogni caso che manchino all'appello due tra i principali costruttori di centrali nucleari al mondo, Cina e Russia.
John Kerry ha spiegato che: «La dichiarazione riconosce il ruolo chiave dell'energia nucleare nel raggiungimento della neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 e nel mantenere a portata di mano l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 C» aggiungendo: «Sappiamo dalla scienza, dai fatti e dalle prove che non possiamo raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 senza l'energia nucleare».
Secondo il presidente francese Emmanuel Macron l'energia nucleare, compresi i piccoli reattori modulari, è una «soluzione indispensabile» per contrastare il cambiamento climatico.
I paesi firmatari hanno inoltre chiesto agli azionisti delle istituzioni finanziarie internazionali come la Banca Mondiale di includere l'energia nucleare nei loro finanziamenti. Intanto il Belgio ha annunciato che organizzerà a marzo 2024, insieme all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), il primo vertice mondiale sul nucleare.
L'obiettivo dell'incontro, annunciato dal premier belga Alexander De Croo, è raggiungere a metà del secolo gli obiettivi di zero emissioni nette.
E l'Italia? Intervenendo sul tema del nucleare Giorgia Meloni ha affermato «credo si debba essere molto pragmatici e non ideologici, io non ho preclusioni su nessuna tecnologia che possa essere sicura e che possa aiutarci a diversificare la nostra produzione energetica». Nel dibattito è intervenuto anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli: «La fonte di energia primaria - che può garantire al nostro Paese la piena autonomia - è il nucleare».
Certo, va considerato quello che è un dato di fatto: l'Italia è indietro per via di veti ideologici imposti nel passato.
In ogni caso, già la richiesta di aumentare la produzione di energia nucleare da parte di
venti importanti paesi è un duro colpo all'ambientalismo ideologico ma che arrivi durante la Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite rappresenta un vero e proprio schiaffo alle ricette ambientali rosso-verdi.
Rimane il fatto che le auto elettriche, al momento, hanno una tecnologia di batteria che è inefficiente per quanto riguarda la ricarica, è economicamente insostenibile per i danni ambientali che porta e richiede quantità di energia che al momento non disponiamo e che eolico e fotovoltaico non soddisfano.
In più aggiungerei auto a motore ad idrogeno,assolutamente non inquinanti.
Tecnologie però che richiedono tempo per svilupparle meglio e renderle più economiche,ma comunque è la strada giusta .
A mio parere personale.
Salud
Su questa logica, avremmo dovuto eliminare anche il coltello, visto che ti può tagliare il dito o il collo. In realtà, il coltello serve per tagliare il salame o il bollito.
Il tempo matura anche le nespole, dicevano un po di tempo fà. Finalmente siamo arrivati al punto, con qualche decennio di ritardo.
Il problema al momento è il processo di purificazione del torio in grandi quantità in modo da poter sostituire l’uranio sinora usato nelle centrali e dal fatto che le vecchie centrali non possono funzionare con il semplice scambio uranio vs torio.
Le centrali , in questione, dovrebbero essere garantite e protette come bene dell'umanita, quindi non sottoposte a ritorsioni o minacce di bomardamenti da parte di nessuna nazione, che sia nemica dello stato che possiede queste centrali. Lo so , la mia è utopia, però...
@Mi.Armillotta ,approvo,il tuo pensiero è giusto,anche se so che non sarà facile che avvenga come auspichi,ma proviamoci.
Salud
Comunque ok: cominciamo.
Step 1 : costruzione deposito nazionale delle scorie. Dove cominciano i lavori ?
Step 1: viste le nostre conoscenze in materia (chi ha fatto le nostre centrali, non è più in attività da anni), da chi compriamo la centrale, tutta, anche i rivetti... vincolandoci per decenni ad acquistare da lui anche le ricariche di combustibile? Giusto per andare verso l'indipendenza energatica...
Semplice : centrali a fusione nucleare,non hanno scorie,non danno radioattività. Abbiamo ancora, checché ne dicano,un bel po di anni per renderle economiche ed efficienti. Questa è la strada.
Salud
Se per questo problema siete all'anno zero , foguriamoci a trovare il sito per la costruzione delle centrali.
La fusione nucleare non penso sarà disponibile per questo secolo, non saremo in grado di gestire le tremende temperature previste per questa tecnologia (+ 1 milione di gradi)