Attentato all'Alta Velocità fra Firenze e Bologna. Identificato l'autore del falso allarme bomba e dell'irruzione in galleria tra Idice (San Lazzaro di Savena) e San Pellegrino (Appennino tosco-emiliano) che martedì sera ha forzato una sottostazione con i rec elettrici della Av. È uno degli anarchici sgomberati dalla Digos dal centro sociale Corsica, in uno stabile occupato a Firenze. Un sabotaggio a poche ore dall'arresto dei 9 anarchici fra Genova e Carrara gravitanti nell'orbita della Fai/Fri, la Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale di Alfredo Cospito. E la Dda apre un fascicolo per attentato alla sicurezza dei trasporti aggravato dalla finalità di terrorismo. Nessuna rivendicazione, per ora, anche se la pista più accreditata è quella con la A cerchiata.
Non è escluso che la Procura antimafia di Firenze accorpi l'indagine a quella di Genova che ha portato al sequestro del quindicinale clandestino Bezmotivny stampato illegalmente a Massa. Le nuove indagini sono affidate alla Polfer, alla Digos e alla polizia scientifica che ha eseguito rilevamenti e bonificato la tratta interessata dalla telefonata. Una precauzione necessaria ma che ha portato allo stop dalle 19 alle 23,30 di 19 convogli Av di Trenitalia, 5 diretti a Milano, tre a Roma, due a Torino e Venezia, uno a Udine, Brescia, Trento, Salerno, Napoli, Bergamo e Mantova. Sei linee dirottate da Bologna centrale, tre da Napoli, due da Roma e uno da Perugia. Tre, infine i treni Av parzialmente cancellati: un Napoli-Bergamo, un Bergamo-Roma e un Salerno-Milano centrale. A coordinare il lavoro della polizia il procuratore aggiunto della Dda fiorentina Luca Tescaroli. Nel procedimento Tescaroli ipotizza anche i reati di furto aggravato e danneggiamento. «Abbiamo acquisito le immagini delle telecamere - spiega Marco Dalpiaz, dirigente della polfer Toscana - che sono state divelte sulla linea. Abbiamo anche appurato che è stata danneggiata la porta di un casottino dove sono custoditi i rec elettrici. La telefonata in cui si sosteneva ci fosse una bomba è stata fatta da una delle colonnine in galleria, arrivata all'ufficio di pronto intervento di ferrovie a Bologna».
In pochi minuti è stato dato lo stop ai treni in corsa mentre gli agenti accorrevano in forze con le unità speciali. «Nessun treno è stato fermato in linea o in galleria precisa Dalpiaz - ma tutti in stazione. Abbiamo ispezionato con dei carrelli l'intera galleria, in un senso e nell'altro, per 14 chilometri totali. Fortunatamente non c'è stata alcuna anomalia».
Certo è che azioni di boicottaggio della Tav sono da sempre l'obiettivo principale dei gruppi anarchici italiani e d'Oltralpe, tanto che gli inquirenti non avevano escluso un'azione dimostrativa, un atto di forza, per affermare che non basta sgomberare un centro sociale, chiudere un circolo e sequestrare una tipografia per metterli a tacere. E non è la prima volta che nel tratto appenninico vengono trovati ordigni di matrice anarchica. Nel gennaio scorso a Firenze la Digos arresta un giovane anarchico responsabile di ben 6 attentati tra il 28 agosto e il 28 dicembre 2022 contro la Av nella tratta Firenze-Bologna, tra San Piero a Sieve e Firenzuola. In uno di questi viene messo ko il quadro di comando del sistema di aerazione di una galleria. Una nuova strategia della tensione, questa volta di matrice libertaria contro ogni ordine costituito?
Nel tratto appenninico Cosa Nostra inaugura la stagione delle stragi piazzando un ordigno dinamitardo sul rapido 904, Napoli-Milano, pieno
di pendolari che andavano dai parenti per Natale. È il 23 dicembre 1984, la bomba lasciata nella carrozza nove esplode al centro della Grande Galleria, subito dopo la stazione di Vernio, provocando 16 morti e 267 feriti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.