Gravina indagato e ascoltato dai pm

Il presidente Federcalcio in Procura nell'inchiesta per autoriciclaggio. Le "incursioni" di Striano sui diritti tv

Gravina indagato e ascoltato dai pm
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Sette accessi abusivi ai computer del ministero degli Interni, uno dopo l'altro, tutti nello stesso giorno: il 23 maggio 2022, un lunedì. Nel mirino di Pasquale Striano, luogotenente della Guardia di finanza in servizio alla Direzione nazionale antimafia, c'è quel giorno l'intero cerchio magico che sta a cavallo tra Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, e il business dei diritti tv. In realtà, a curiosare in quei meandri Striano ha già cominciato qualche tempo prima: il 5 maggio ha verificato la posizione di un inglese, Anthony Burgess, uomo di punta della società Isg, che dalla LegaPro - quando Gravina ne era presidente - ha comprato i diritti per le partite delle serie minori. E proprio ieri Gravina si è recato negli uffici della Procura di Roma per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima.

Già un anno prima Striano aveva messo il naso nel mondo del calcio, facendo una visura su un suo peso massimo: Giuseppe Chinè, giudice amministrativo, già potente capo di gabinetto del ministro delle Finanze Massimo Franco nel governo Draghi. E soprattutto capo della Procura federale della Fgci. Cosa sta cercando, così freneticamente, Striano? E perchè? Alla banca dati Sdi, che contiene quasi l'intera vita dei cittadini, il finanziere chiede notizie su altri due di Isg, Anthony Ragan e Caterina Cameli, ma anche del direttore marketing della Federcalcio Giovanni Valentini, del suo consulente Giuseppe Ciocchetti e del collaboratore federali Gianni Prandi. Tutta gente cresciuta alla scuola di Marco Bogarelli, fondatore della Infront, re dei diritti tv morto l'anno prima. Striano fa una visura anche per lui, una visura «alla memoria». La nona interrogazione che Striano rivolge allo Sdi è per il broker assicurativo Edoardo Ceola: che era il broker di Infront. Il finanziere infedele in quei giorni sta frugando a fondo negli affari del calcio italiano, questo è chiaro. Chi gli ha dato l'imbeccata? Il suo capo, il pm Antonio Laudati? Di certo l'indagine si svolge senza spiegazioni ufficiali, tanto che per giustificarsi col suo capo, Giovanni Melillo, Laudati deve inventare una inesistente inchiesta proveniente da Salerno.

Il 9 maggio, quattro giorni dopo avere fatto l'interrogazione su Burgess, Striano convoca Emanuele Floridi, già braccio destro di Gabriele Gravina, da tempo in rotta col presidente federale. Quattro colloqui fuori da ogni regola, tra il 9 maggio e il 17 giugno, senza verbali. La fonte di Striano non è Floridi, come dimostra l'interrogazione del 5 maggio. Ma Floridi che di quel mondo sa praticamente tutto, parla a Striano dei soldi che sarebbero passati dalla Isg a Gravina per l'appalto della LegaPro, seicentomila euro che sarebbero viaggiati nascosti come caparra per un acquisto di libri antichi e di un appartamento a Milano.

Floridi a Striano parla anche di altro: dell'acquisto della Salernitana da parte di Danilo Iervolino, dei contratti di assicurazione firmati dalla Federcalcio di Gravina. E Striano si muove, sempre illegalmente, interrogando le banche dati su Iervolino e sul broker Ceola. Ma poi arriva il patrac, la denuncia del ministro Guido Crosetto che da il via all'inchiesta di Perugia. A luglio 2023 Floridi viene convocato nel capoluogo umbro da Raffele Cantone, che sta scavando in silenzio sulla macchina da dossieraggi organizzata da Laudati e Striano. Floridi viene sentito due o tre volte. Sul tappeto solo due argomenti: il comportamento del finanziere Striano, e la vicenda dei diritti della LegaPro.

In autunno, nuova convocazione di Floridi: questa volta da parte della Procura di Roma, dove nel frattempo è arrivata per competenza da Perugia la tranche relativa all'operazione tra LegaPro e Isg. Ad interrogarlo è il pubblico ministero Maria Calabretta, poi si aggiunge anche il pm Giuseppe Cascini, titolare di un procedimento collegato; gli ufficiali delle Fiamme Gialle sono gli stessi dell'interrogatorio di Perugia.

Inizialmente il fascicolo romano viene iscritto a «modello 44», cioè a carico di ignoti, col numero 18474, poi - più recentemente - Gravina viene indagato per autoriciclaggio e appropriazione indebita.

Le domande vere a questo punto: che fine hanno fatto le indagini sulla Salernitana e sulle assicurazioni della Federcalcio, di cui pure Floridi ha parlato? E quanto è grande, la parte ancora sommersa dell'iceberg?

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