"Grazie per il giro in piazza". La frase all'infermiere amico

Strappetti lo salvò consigliandogli l'intervento al colon. E domenica lo ha "autorizzato" all'ultimo bagno di folla

"Grazie per il giro in piazza". La frase all'infermiere amico
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Al di là della cronologia che consegna alla storia l'ultima uscita pubblica di Papa Francesco in piazza San Pietro, debilitato dalla malattia eppure ostinatamente affezionato al suo popolo fino a spingersi a salire sulla papamobile per un ultimo viaggio tra i fedeli, la domenica di Pasqua ha offerto anche uno degli spaccati più semplici e ricchi di significato degli ultimi mesi del suo pontificato: la normalità di un malato che si rivolge all'infermiere per chiedere quasi un via libera; indispensabile per assecondare la necessità di quel contatto umano che, fino all'ultimo giorno sul soglio di Pietro, Francesco ha cercato. E anzi ha scelto dal primo istante come uno dei segni distintivi del suo pontificato.

Il saluto ai quasi 50mila nella piazza c'era già stato dalla basilica. Ma visto che al suo fianco c'era luomo che lo ha assistito nei 38 giorni di ricovero al Gemelli e poi h24 durante tutta la convalescenza a Casa Santa Marta uscito dall'ospedale, il Papa ha osato, chiedendo a Massimiliano Strappetti: «Credi che possa farlo?». La rassicurazione, quasi un incoraggiamento. Poi, a sorpresa, a bordo dell'auto e l'abbraccio alla folla. Primo «giro» dopo le dimissioni dal Gemelli, che si è rivelato pure l'ultimo dei suoi 88 anni; dodici dei quali trascorsi sul soglio di Pietro come Vescovo di Roma e in mezzo alla gente.

Un ultimo bagno di vicinanza ai fedeli, domenica, tra le carezze ai bambini, condito infine dalla riconoscenza per l'infermiere 56enne: «Grazie per avermi riportato in piazza», le parole del Papa a Strappetti rivelate da Vatican News. Una special relationship, tra i due, cementata da tempo; tanto che il Papa aveva già fatto riferimento a lui nell'estate di quattro anni fa, quando due mesi dopo l'intervento al colon al quale si era sottoposto il 4 luglio 2021 al Gemelli raccontò: «Mi ha salvato la vita un infermiere, un uomo con oltre 30 anni di esperienza, è la seconda volta che un infermiere mi salva la vita», disse a Radio Cope, spiegando che altri gli avevano invece consigliato una cura antibiotica a quell'epoca. In un incontro privato, Francesco rivelò che fu proprio l'infermiere a convincerlo a fare quell'intervento che rilevò una sezione necrotica: «Non volevo decidermi a operarmi». Da quel momento, Strappetti è diventato il primo assistente sanitario personale nella storia del pontificato, incarico formalizzato nel 2022.

Per il Papa fu quella anche l'occasione per esprimere apprezzamento per l'intera categoria: «Spesso gli infermieri capiscono più dei medici, perché sono in contatto diretto con la sofferenza e l'umanità dei pazienti». Chi meglio di lui per dire se il Papa avrebbe potuto affrontare quell'ultimo giro tra i fedeli, visto il rapporto consolidato ben prima dell'ultimo ricovero? Immortalato più volte accanto a Bergoglio, Strappetti gli è stato vicino pure nel riposo nel pomeriggio di domenica. Cena light, per il Papa; sereno per aver riabbracciato e toccato il suo popolo. Intorno alle 5,30 di lunedì, avvisaglie di malori. Il pronto intervento. Un'ora dopo, l'ultimo gesto di saluto dal letto di Santa Marta con la mano a Strappetti. Poi Francesco è entrato in coma. Non ha sofferto. Del suo Pontificato, resterà anche il ringraziamento all'assistente sanitario personale per l'incoraggiamento a compiere quell'ultima «passeggiata» in papamobile dopo l'Urbi et Orbi. E quella semplice frase: «Grazie». Per esserci stato: anche sul balconcino del Gemelli per accertarsi che il Papa fosse in grado di parlare al microfono, o a spingere la carrozzina quando Francesco si è presentato il 10 aprile a San Pietro con poncho e respiro affaticato.

Spirito di «servizio» che Bergoglio sentiva comune con l'uomo che ha lavorato nel reparto di Rianimazione del Gemelli per anni, prima di adoperarsi in Vaticano dando il suo contributo a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e infine dedicarsi a lui; uniti pure dalla passione per il calcio. Per il piccolo club argentino del San Lorenzo, Francesco. Per la Lazio, Strappetti.

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