Invita la ex, la massacra e tenta la fuga in Austria

Celine, 21 anni, trovata morta nell'appartamento del killer, un turco, catturato dopo una sparatoria

Invita la ex, la massacra e tenta la fuga in Austria
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L'hanno cercata, hanno sperato per ore che il presentimento fosse sbagliato. Poi hanno lanciato l'allarme e hanno scoperto quello che nessun genitore vorrebbe mai sapere. Che la figlia, Celine Frei Matzohl, 21 anni, era stata uccisa dall'ex fidanzato Omar Cim, 28enne di origini turche.

L'ennesimo femminicidio, che macchia di sangue questo agosto, è accaduto a Silandro, in Alto Adige. La vittima era originaria di Corces, piccola località della val Venosta e lavorava come collaboratrice in un hotel della zona. In passato aveva lavorato anche al consorzio agrario di Silandro. Ieri alle 12 è stata ritrovata senza vita nella casa dell'ex compagno, dove potrebbe essere stata attirata con una scusa il giorno prima. Il delitto risalirebbe proprio a sabato sera. I due in passato avevano avuto una relazione, poi era finita. Appena i carabinieri hanno trovato il corpo, hanno capito che si era trattato di delitto passionale. La 21enne era stata uccisa con una serie impressionante di coltellate, inferte con violenza in varie parti del corpo, probabilmente al culmine di una lite. Non si sa se Celine si sia accorta di quanto stava accadendo e se fosse stata narcotizzata o stordita prima di essere assassinata. Questo lo stabilirà il medico legale, chiamato mercoledì dalla Procura di Bolzano l'autopsia.

L'allarme era scattato ieri mattina, perché i familiari non l'avevano vista rientrare e non avevano sue notizie. I sospetti si erano incentrati subito sull'ex. Ed è proprio nell'appartamento di via Molini, i militari hanno trovato la giovane, martoriata dai fendenti. All'interno dell'abitazione dell'uomo è stata anche sequestrata l'arma, usata secondo gli inquirenti per uccidere la 21enne. Il coltello era a pochi passi dal cadavere. Gli uomini della scientifica hanno sigillato la scena del delitto e raccolto elementi utili per ricostruire nei dettagli cosa sia avvenuto nei momenti precedenti. Poi è scattata massiccia la caccia all'uomo, perché non c'erano dubbi che ad affondare quella lama era stato l'ex. Posti di blocco sono stati collocati in tutte le strade della provincia di Bolzano e la rete, tesa dagli investigatori, nel pomeriggio ha dato i suoi frutti. L'assassino è stato catturato a Passo Resia, a bordo della sua Ford Fiesta, segnalata ai carabinieri dalla famiglia della vittima. Quando ha capito di essere in trappola, il killer ha cercato fuggire. Ma i militari hanno speronato la Ford, poi hanno sparato due proiettili, colpendo le ruote dell'auto, che è finita fuori strada. Il 28enne aveva intenzione di raggiungere il confine, per fuggire in Austria. Braccato dai militari e senza via di fuga, si è arreso ed è stato portato in caserma, a disposizione della Procura per deve rispondere del femminicidio dell'ex. Ieri non ha aperto bocca davanti agli inquirenti e mercoledì comparirà davanti al gip per l'udienza di convalida del fermo. «Che io ricordi negli ultimi 50 anni a Silandro non c'è mai stato un omicidio - sono le parole del sindaco di Silandro, Dieter Pinggera -. Siamo tutti sotto choc e in questo momento vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza va ai familiari della vittima».

Quello di ieri è il terzo caso di femminicidio in Trentino-Alto Adige in poco più di tre settimane. A a Noriglio, frazione di Rovereto, il 28 luglio era stata uccisa Mara Fait, 63 anni, infermiera in pensione, colpita con l'accetta dal vicino di casa Ilir Ziba Shehi, di origine albanese, al culmine di una lite. Il 5 agosto, invece, la pensionata 61enne Iris Setti era stata massacrata a botte e sassate, sempre a Rovereto, da Nweke Chukwuka, 36 anni, senza fissa dimora nigeriano, che l'aveva incontrata per caso nel parco pubblico Nikolajewka. L'uomo era stato arrestato l'anno scorso per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale.

Nella fedina penale anche atti osceni in luogo pubblico e danneggiamento. Alcolista e tossicodipendente, la famiglia ne aveva segnalato in più occasioni lo squilibrio mentale. Ma dai domiciliari, la misura cautelare era stata ammorbidita in obbligo di firma. E libero di girare, ha ucciso.

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