«Ilaria libera», ma anche «Per Meloni ci sono italiani meno italiani di altri», come ha riferito il deputato Nicola Fratoianni a sostegno della maestra che si trova in carcere a Budapest. Quelle manette e quella catena a cui era legata la Salis in tribunale hanno sconvolto l'Italia generando una mobilitazione nazionale. Cosa che non è successa per Laura (nome di fantasia), la bambina italiana di 10 anni prigioniera in un orfanotrofio dall'altra parte del mondo. Dallo scorso agosto, la piccola è rinchiusa al DIF, una struttura del Messico nella città di Oaxaca senza la possibilità di vedere la madre e senza generare nessun tipo di scandalo.
Laura, con residenza in Trentino e cittadinanza italiana, è nata nel nostro paese dalla madre Elena e cresciuta qui. Non è mai stata riconosciuta dal padre, un messicano che non hai mai voluto saperne fino allo scorso agosto. Elena e la figlia si trovavano in Messico e dopo una lite domestica il padre ha fatto ritorno con una bella denuncia per maltrattamenti. Elena è stata immediatamente arrestata e poi rilasciata dopo 12 ore ma per la bambina è iniziato l'incubo. «Me l'hanno portata via il 15 agosto su richiesta del padre che mi ha accusato di violenza - racconta la mamma, raggiunta in Messico da Il Giornale - Io e la mia famiglia stiamo chiedendo aiuto da 6 mesi: 2 richieste di rimpatrio presentate ai ministeri degli esteri oltre che in ambasciata». «La bambina mi sarebbe dovuta essere restituita già 3 volte, il 16 agosto, il 23 ottobre e il 4 dicembre, cosa che il padre non ha permesso», continua Elena. L'uomo infatti adesso, ha richiesto e ottenuto il test del Dna. A preoccupare la famiglia è principalmente la salute di Laura: «Sta male, ha compiuto atti di autolesionismo certificati anche dalla direttrice del Dif - ci racconta la madre - dice di voler tornare a casa ma non viene ascoltata».
Il Giornale è entrato in possesso delle comunicazioni e richieste di aiuto che la madre ha mandato alle istituzioni italiane e messicane, tra cui il nostro Ministero degli Esteri: «Laura sta male, grida mentre viene contenuta da tre adulti, le è stato prescritto un antidepressivo» si legge. E ancora: «Oggi non ha fatto che urlare che quel posto è un inferno, che vuole andarsene.
Mi chiedo quanto ancora Laura dovrà soffrire prima che si prenda qualche provvedimento urgente in aiuto di una minore italiana vittima di violenza istituzionale». Queste richieste sono datate ottobre 2023 e ad oggi nessuno è intervenuto.
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