Il misterioso shopping immobiliare per realizzare tre moschee in Lombardia

Poca chiarezza sulla fantomatica fondazione al centro delle operazione. Fdi: "Accelerare la legge sui luoghi di culto"

Il misterioso shopping immobiliare per realizzare tre moschee in Lombardia
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Proteste, sopralluoghi, richiesta d'accesso agli atti. Ha suscitato un gran numero di reazioni la notizia, sul «Giornale» di ieri, della «moschea» improvvisamente spuntata nel quartiere di San Siro, a Milano.

Una «moschea». Così l'ha definita la Fondazione «La Misericordia», l'associazione che la realizzando (foto) in un'ex autorimessa in via Gianicolo - zona di forte immigrazione e di grandi tensioni - con l'obiettivo di aprirla al culto dei fedeli già per il Ramadan. Nel sito della Fondazione si dà notizia di altri due grossi progetti, finanziati con centinaia di migliaia di euro: uno a Carnate, e uno a Baranzate, che fa riferimento a una misteriosa «Mercy foundation», di cui non si trova traccia, se non quella che porta a una sede in una regione musulmana delle Filippine. Grandi disponibilità, comunque, come fa capire lo «shopping» immobiliare che inquieta nell'hinterland milanese.

La moschea di San Siro sarebbe realizzata in una città che al momento - per espressa previsione dei suoi piano comunale - individua un solo luogo ufficiale da destinare apertamente alla attività di preghiera: in via Esterle, mentre tutti gli altri - aperti spesso da decenni - sono formalmente «centri culturali» o associativi in cui però, di fatto, si prega, a dispetto degli standard urbanistici o di sicurezza.

Dura la reazione del centrodestra, alla notizia dei lavori in corso a San Siro in vista del ramadan: «Mi opporrò affinché ciò non avvenga in tutte le sedi opportune e avvalendomi della facoltà dei poteri di cui dispongo» avverte Riccardo De Corato (Fdi), deputato e a lungo vicesindaco, che conta «dodici moschee abusive tollerate sia dalla magistratura che dall'attuale maggioranza a Palazzo Marino che non solo non le controlla ma continua imperterrita a proteggerle».

Sul nuovo centro di preghiera è intervenuto, per primo, Alessandro De Chirico (Fi) consigliere comunale aperto alle esigenze della comunità islamiche ma nel rispetto delle regole. «Sono stato avvisato da alcuni cittadini - racconta - Ho immediatamente avvisatole autorità competenti e ho fatto un accesso agli atti per verificare se esiste un titolo edilizio per la realizzazione di un luogo di culto». Marco Bestetti, consigliere regionale Fdi ha condotto un sopralluogo col consigliere municipale Antonio Salinari: «Abbiamo chiesto chiarimenti». «L'apertura di una nuova moschea, con queste modalità e in quel contesto, sarebbe del tutto incompatibile con le vigenti norme urbanistiche». «Siamo quindi pronti a intraprendere tutte le iniziative necessarie per impedirla». De Chirico fa sapere che solo ieri è comparso un cartello sui lavori. Intanto incalza il sindaco Giuseppe Sala: «Mi auguro che non rimanga in silenzio come troppo spesso ci ha abituato e che si attivi immediatamente prima che sia troppo tardi».

Al Senato, intanto, è approdato il pdl, già approvato alla Camera, che prevede una «stretta» sulle sedi di associazioni per le attività di culto.

«Su quello occorre accelerare - dice Sandro Sisler (Fdi) vicepresidente della commissione Giustizia - ma anche a legislazione vigente quel che accade a Milano sia inquietante, in un quartiere delicato e in un momento delicato». «Il Comune ha molti problemi con le pratiche edilizie, lo sappiamo - conclude - ma qui occorre verificare bene come opera questa associazione».

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