"La polizia marocchina gettava gente in mare". Frontiera chiusa: 5.600 già rispediti indietro

Ricatto di Rabat per farsi riconsegnare Ghali, terrorista ricoverato in Spagna

"La polizia marocchina gettava gente in mare". Frontiera chiusa: 5.600 già rispediti indietro

«Li gettavano in mare come se fossero pietre di cui sbarazzarsi e non esseri umani». Il giorno dopo l'assalto degli 8mila disperati alla spiaggia blindatissima di Tarajal, ultimo baluardo prima di Ceuta, giungono le testimonianze della notte brava della polizia marocchina. Il quotidiano spagnolo El Mundo ha raccolto le voci anonime di alcuni poliziotti che si sono rifiutati di lanciare tra le onde del Mediterraneo centinaia di minori e donne, alcune incinta o con neonati. Nella notte tra lunedì e martedì scorso, è arrivato l'ordine della autorità di Rabat di fare pulizia di quella massa di migranti che bivaccava da mesi a ridosso della frontiera marocchina, sul litorale di Belyounech. Aspettavano il mare calmo per superare a nuoto le barriere marine e mettere piede in terra spagnola, che vale l'ingresso in Europa, dopo un viaggio a piedi iniziato in Senegal, Mali e Niger.

La polizia marocchina li ha costretti e buttati in acqua, al buio, tra le grida e i pianti dei minori, senza pietà, senza avere il tempo di afferrare un salvagente. Chi ha raggiunto la spiaggia di Ceuta, nuotando al freddo per quasi un chilometro, ha poi trovato i militari ad accoglierli e soccorrerli. È stata usata anche la forza per fermare la fuga dei clandestini e allinearli con i piedi in acqua, un gesto simbolico per dire loro che non hanno il diritto di calcare il suolo spagnolo (5.600 già rimpatriati). Un centinaio è riuscito a disperdersi nell'enclave, scatenando una caccia all'uomo che è proseguita per tutta la giornata di ieri, creando tensioni tra gli abitanti di Ceuta e le forze dell'ordine che hanno ispezionato decine di navi in partenza per Portogallo, Spagna e Francia per scovare i migranti nascosti. In strada ci sono stati alcuni scontri violenti tra i sans papier che hanno lanciato pietre e vari oggetti contro la polizia: il comandante ha lamentato di avere troppi pochi effettivi per contenere i migranti. Nessuno si aspettava un'ondata simile. Né che il Marocco aprisse la frontiera, costringendo i migranti a buttarsi in mare per morire o inondare Ceuta. Il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha accusato Rabat di «strumentalizzare la migrazione».

Più che una strumentalizzazione, il gesto delle autorità marocchine sembra una vendetta privata per punire Madrid che si ostina a non estradare Brahim Ghali, il capo del Fronte Polisario che vuole liberare il Sahara Occidentale, a cui il Marocco dà la caccia perché è un terrorista. A nulla è valsa l'attività diplomatica dei due Paesi in lite, ora si spera nella mediazione dei Borbone, confidando sull'antica amicizia tra re Mohammed VI e Juan Carlos, che, però, si è autoesiliato negli Emirati Arabi e non esercita più. Così se la dovrà vedere il figlio Felipe che sta già parlando con i reali Alawide.

L'immagine del neonato strappato al mare da un agente spagnolo ha sconvolto gli spagnoli, mentre l'opposizione accusa il premier Sánchez di avere sottovalutato il problema, tagliando i finanziamenti per le forze di polizia dell'enclave.

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