L a comunicazione sul disegno di legge Zan ha uno scopo preciso: far credere agli italiani che si tratta soltanto della sacrosanta tutela delle persone omosessuali e transessuali e che questo rispetto sia insegnato a scuola già dalla tenera età. L'articolo 1 definisce l'identità di genere: «Identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso».
Sotto mentite spoglie si arriva così alla possibilità di autodeterminazione del genere sessuale senza l'attuale e necessario procedimento di rettificazione di attribuzione di sesso, compiuto sotto il controllo di una equipe medica e psicologica che valutando le motivazioni che spingono una persona a cambiare l'identità sessuale, escluda che non sia la conseguenza di una franca psicopatologia. Non si può esprimere un parere diverso da Zan senza essere accusati di omofobia o transfobia, perché i sostenitori del gender fluid attribuiscono l'essere donne o uomini ad una percezione personale, slegata dalla biologia. La realtà del corpo, alla nascita maschile o femminile, è negata per lasciare spazio ad una realtà fittizia, ricostruita attraverso una fantasia che induce a pensare che un sesso sia migliore dell'altro o che il proprio sia disprezzabile.
Nella dismorfofobia, patologia mentale contraddistinta dalla preoccupazione ossessiva per una parte del corpo, ritenuta erroneamente imperfetta, l'individuo arriva al punto da doverla nascondere ad ogni modo o eliminare. La mente produce un falso sé corporeo e psicotico perché abbandona il contatto con il suo vero sé per soddisfare una pulsione inconscia aggressiva e autodistruttiva, senza tener conto delle condizioni reali di azione e delle possibili conseguenze intrapsichiche e relazionali. Una mente adulta che abbandona il principio di realtà è una mente in balia della psicosi, i suoi sensi sono distorti e trasforma percezioni in fatti oggettivi.
L'identità di genere, cioè il sentirsi pienamente donna o uomo, e la scelta oggettuale che porta all'orientamento sessuale, cioè alla scelta di un partner di sesso opposto o uguale, non sono innate ma si formano durante l'infanzia con un apice adolescenziale attraverso l'interazione tra la biologia che dota di un corpo geneticamente determinato e l'ambiente circostante che influisce con la cultura, anche quella gender che vuole imporre Zan. Si possono difendere omosessuali e transessuali senza eliminare le differenze biologiche tra maschi e femmine, rimuovendo dal disegno di legge elementi che introducono un'ideologia di genere ambiguamente fluida.
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