Non fatevi venire grilli per la testa! Però potete mangiarli, in polvere. Infatti l'Unione Europea ha appena autorizzato l'immissione sul mercato di Acheta domesticus, cioè il grillo domestico. Però in polvere. Che di per sé non è né una buona notizia né una cattiva notizia, il problema sono le motivazioni, perché i grilli sono un alimento più sostenibile, meno impattante sull'ambiente, eccetera eccetera, al che pensi solo che l'UE farebbe meglio a occuparsi di cose più importanti, perché vi fornisco un dato scientifico: se anche in tutto il mondo cessassero all'istante tutti gli allevamenti intensivi o meno, la riduzione sull'impatto ambientale sarebbe inferiore al due percento.
Altro problema è che si arrabbiano tutti, senza motivo. Per esempio Luigi Scordamaglia, consigliere di Filiera italiana, ha affermato giustamente che «è un gioco in malafede promuoverli come una dieta alternativa alla nostra», sottolineando come la nostra dieta sia a basso impatto ambientale, e non ha torto. Detto questo, non è che l'Unione Europea obbligherà tutti a mangiare grilli, perché a basso impatto sono anche le decisioni europee in materia di cibo. È come se a un certo punto tutti domani si svegliassero correndo a cercare i grilli perché non aspettavano altro. «Ehi ma hai sentito che l'UE ha liberalizzato i grilli?». «Ma davvero? Finalmente, non ne potevo più di mangiare bistecche e cosce di pollo».
Tuttavia Scordamaglia si poteva fermare lì, perché a un certo punto dice anche «basta proporre cibi sintetici o lontani dalla nostra cultura come panacea per l'alimentazione del futuro»: qui forse non sa che sbaglia anche l'UE, soprattutto in quelli che Scordamaglia chiama «cibi sintetici». Faccio un esempio: gli OGM, ossia gli Organismi Geneticamente Modificati, ai quali l'Europa è contraria.
Ecco, l'Unione anziché prendere una posizione scientifica sugli OGM, prende posizione sui grilli, perché sembrano più green. Tant'è che contro gli OGM è sempre stata Greenpeace, anche quando nel 1999 fu creato il Golden Rice, un riso geneticamente modificato perché contenesse vitamina A, la cui carenza provocava ogni anno cecità in centinaia di migliaia di bambini di popolazione la cui dieta era essenzialmente a base di riso.
Se poi la questione non è la sostenibilità ma la salute, anche qui Scordamaglia scorda che l'OMS ha messo tra i maggiori cibi cancerogeni i salumi e gli insaccati, nella stessa classe dell'alcol (non smetteremo certo di bere per questo, ma sappiamo che il famoso detto che un bicchiere di vino al giorno fa bene non è vero, non ci sono quantità minime non cancerogene, come ha documentato una ricerca pubblicata su una delle più importanti riviste scientifiche, Lancet). Così come il comune basilico contiene metileugenolo, che è cancerogeno, e se ne facessimo togliendogli quella molecola sarebbe più sano, anche se meno naturale, perché naturale non significa per forza salutare.
In ogni caso morale della favola: mangiatevi un po' quello che volete, di sicuro non ci saranno file
ai supermercati per i grilli in polvere. Anche perché di Grillo ne abbiamo già uno bello grosso e poco sostenibile intellettualmente, che pure in questo campo ne ha sparate tante e molti ne ha sparati anche in Parlamento.
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