“Uniti con Giorgia sino a fine mandato. Siamo leader diversi ma litigi inventati”

Il vicepremier Salvini intervistato dal direttore del "Giornale" Sallusti alla Versiliana: "Con Giorgia fino alla fine. La manovra? Non sarà lacrime e sangue ma equilibrata"

“Uniti con Giorgia sino a fine mandato. Siamo leader diversi ma litigi inventati”

Se Porta a Porta è la «terza Camera dello Stato», gli Incontri al Caffè della Versiliana sono senza dubbio la Camera estiva. Quella dove si disegnano gli scenari politici dell'autunno e non solo. È su quel palcoscenico che ieri il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti ha intervistato il vicepremier Matteo Salvini. È un leader della Lega convinto, d'attacco, più volte anche ironico, quello che si è presentato al Festival organizzato a Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, in prima battuta, se l'è presa con la narrativa che la sinistra continua a proporre agli italiani. «Mi tutelo, leggo solo Il Giornale e Libero», ha scherzato. Il segretario del Carroccio ha rivelato la mancanza di riscontri di alcune notizie pubblicate su certi quotidiani. «L'ultimo vertice del centrodestra, quello dove avremmo dovuto parlare di Rai, lo ha convocato Repubblica. Perché ho chiamato Giorgia, ho chiesto, e mi ha risposto che il vertice non c'era». Il rapporto tra la leader di Fratelli d'Italia e Salvini è ottimale. E certe narrazioni - fa capire il segretario - non raccontano il vero. «Si inventano litigi. Siamo soggetti politici diversi, abbiamo culture politiche diverse, però si mettano l'anima in pace. Checché ne scrivano Repubblica e il Corriere, la determinazione di questo governo è arrivare al 2027, alla fine del mandato». Con Giorgia Meloni fino a scadenza naturale, quindi. Il direttore Alessandro Sallusti ha posto subito un accento sulla prossima manovra, un banco di prova. «Stiamo già preparando una manovra economica non semplice. Ci stiamo già lavorando, da ministro dei Trasporti ho già parlato col ministro Giorgetti. Escludo che ci sia una manovra lacrime e sangue, quella la lasciamo a Monti», ha risposto Salvini. La Lega vorrebbe aumentare la flat tax per gli artigiani e portarla fino a 100mila euro. È uno degli obiettivi che il vicepremier ha elencato.

Le prossime mosse economiche dovranno tenere conto degli «scenari internazionali», che non sono di facile lettura e interpretazione. Certo è che sulle elezioni Usa il leader leghista ha pochi dubbi: «Spero che vincano i repubblicani perché le presidenze repubblicane significano pace nel mondo». Speranze riposte su Trump, quindi. Ma chiunque dovesse vincere le elezioni, potrà contare sul «rispetto» e sull'«amicizia» delle istituzioni italiane. Sallusti si è poi soffermato su quanto accaduto nel centrodestra subito dopo le elezioni europee. Salvini, in primis, ha sottolineato come le divergenze esistessero anche prima di quella turnata elettorale. E ha poi criticato il Green deal voluto dalla Commissione Ue di Ursula von der Leyen. «Cercheremo di limitare i danni, dire dal primo gennaio 2035 si vendono e comprano solo auto elettriche, gran parte Made in China, è un errore dal punto di vista sociale, economico, ambientale, commerciale, industriale. È senza senso». La stessa Ue che «non muove un dito per difendere i confini». Il pubblico - c'era il pienone - ha applaudito convinto. Variazione sul tema, poi, con la citazione di Ponsacco, Comune toscano dove «come centrodestra abbiamo vinto dopo settant'anni». Salvini lo ha ricordato, salutando dal palco tutti gli amministratori presenti tra il pubblico del Festival della Versiliana. Poi, annunciando la sua presenza al salone nautico di Genova - appuntamento di settembre - il vicepremier ha toccato l'argomento Liguria. «Solo in Italia - ha ricordato il segretario del Carroccio - si torna a votare in Liguria perché qualche giudice ha deciso di sequestrare per tre mesi il governatore eletto liberamente dai cittadini. Lo dico col massimo rispetto per la libertà e l'indipendenza della magistratura, perché quando entro in un Tribunale e leggo 'la legge è uguale per tutti...Non vado oltre...». Il riferimento è al caso che ha coinvolto l'ex governatore Giovanni Toti, finito agli arresti domiciliari (sino alle sue dimissioni da presidente di Regione), per accuse di corruzione. La giustizia è un tema che resta sul tavolo: «C'è un potere che in questo momento ha più potere degli altri, della politica, degli imprenditori, dei giornalisti...ed è il potere giudiziario. L'unico problema è che non c'è un indice di produttività per chi lavora in un tribunale e soprattutto non c'è la responsabilità civile per chi sbaglia sulla pelle di un innocente», ha argomentato l'ex ministro dell'Interno.

Di stretta attualità, anche i tanti retroscena da sinistra sull'imminente fondazione di un «partito di Vannacci». Uno scenario che il vicepremier ha smentito di netto. «Vannacci non sta fondando nessun partito anzi il 6 ottobre sarà sul palco di Pontida». Con una punta di sarcasmo, Salvini ha ringraziato i quotidiani critici nei confronti del generale per avergli fatto conoscere Vannacci durante l'exploit de «Il mondo al contrario». Oggi, per Salvini, il neo-parlamentare Ue è un compagno di viaggio «prezioso». Il ministro ha rispedito al mittente le critiche dell'opposizione sui trasporti e infrastrutture. E lo ha fatto con i numeri: «Oggi 8 agosto ci sono 1.400 cantieri aperti. Il tasso di puntualità di oggi e del 91% per i regionali e dell'83% per l'Alta velocità e gli intercity. Stiamo recuperando anni di ritardo investendo su sicurezza ferroviaria». Il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti ha insistito molto sulla questione dei balneari, anche per le continue richieste di chiarimento provenienti dai lavoratori della stessa Versilia. È un tema che interessa un cospicuo comparto del nostro Paese. Salvini ha chiarito come l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni governo voglia la «prelazione» per le uscite e «indennizzi» per chi farà altre scelte. «Poi - ha chiosato - vinca il migliore ma ci vuole l'ok dell'Europa». Dunque un accordo in maggioranza c'è eccome: «Abbiamo dato mandato al ministro Fitto di trattare con l'Europa», ha spiegato. Di seguito un accento forte sulle grandi opere, compresi il Ponte sullo Streo e la Tav. «Pensate al boom turistico che potrà esserci in quelle zone - oggi depresse - come Messina e Reggio». E ancora la rivendicazione dell'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. «Doveroso», ha detto Salvini. «Pensate a quando la Schlein atterra a Malpensa!». Sallusti ha voluto anche affrontare il tema carceri: «Ho visitato tante carceri, alcune non sono degne di un Paese democratico occidentale e sviluppato, non solo per i detenuti ma anche per chi ci lavora». E poi la cannabis light, quella su cui l'esecutivo Meloni è intervenuto con qualcosa in più di una stretta. Il segretario della Lega ha una posizione chiara, e non da oggi. «Non mi arrenderò mai al concetto che qualche tipo droga possa fare meno male di altri tipi di droga e possa essere uno svago.

Sarò all'antica, sarò bigotto, sarò un padre che rompe le palle ma la droga per me non va pubblicizzata, ne distribuita ne reclamizzata», ha annotato, sempre tra gli applausi del pubblico.

Il passaggio finale dell'intervista è sulla Rai. «Occuparla è l'ultima delle nostre intenzioni», ha concluso il vicepremier.

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