Continua la battaglia di Paki Valente, ex marito di Anna Marchesini: l’uomo pare abbia scoperto l’avvio di pratiche di adozione della figlia Virginia da parte di parenti di terzo grado.
A raccontare quanto accaduto a sua insaputa è stato Valente attraverso una lettera inviata e pubblicata da Dagospia. Nella missiva, l’ex marito di Anna Marchesini racconta di aver chiesto al Tribunale tutelare di Roma che la figlia Virginia Marchesini avesse un Amministratore di Sostegno Permanente che si occupasse di proteggere la sua eredità.
“Ho richiesto un amministratore allo stato al solo scopo di proteggere l'eredità di mia figlia da terzi; parenti inclusi” – ha dichiarato l’uomo, salvo poi scoprire che a Perugia sia stato avviato un procedimento per adottare la figlia. “La legge ha il dovere di ascoltare i genitori, eppure sembra ci siano state alcune udienze senza di me, suo padre” – ha tuonato Valente, che ha spiegato di essere venuto a conoscenza di quanto stava accadendo solo grazie al suo avvocato.
“Io sono un uomo pubblico facilmente rintracciabile eppure non mi hanno trovato – ha continuato a dichiarare l’ex marito di Anna Marchesini – Se non fosse stato per il mio avvocato, io non avrei saputo nulla e non potrei oppormi; e mi sarei ritrovato la mia unica figlia adottata da parenti di terzo grado”.
L’accusa di Valente nei confronti di chi ha avviato le pratiche di adozione della figlia Virginia è chiara: “Se mia figlia non avesse ereditato un ingente patrimonio;
costoro si sarebbero dati da fare allo stesso modo? – ha concluso nella lettera di denuncia - E l'amministratore di sostegno permanente dello stato che ha il dovere di proteggere mia figlia: dove era?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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