Le sedie raccontano le città

“Finché ogni forma non avrà trovato la sua città, nuove città continueranno a nascere”. Questo estratto di “Le città invisibili” di Calvino fa da linea guida alla collezione di Carlo Malerba, “Village Chairs”. Sette sedie, di tre dimensioni diverse ed ecologicamente sostenibili, che diventano protagoniste di ogni ambiente quotidiano e finiscono per rappresentare un villaggio utopico. Dalla chiesa di Santa Maria Novella al Chrisler Building di New York, passando per la stazione Porta Nuova di Torino, il teatro Aldo Rossi di Borgoricco e l’Unitè d’Habitation Le Corbusier di Marsiglia. Senza dimenticare gli edifici che fanno parte della vita di molti, ovvero il condominio e la fabbrica. Il mondo di “Village Chairs” è un mondo poetico, ideale, dove si accentua il desiderio di stare insieme. La sedia, compagna stretta per molti durante la giornata, sta al centro, e con le sue forme evoca gli elementi della vita quotidiana. Se il condominio è legato alla condivisione della vita di quartiere, l’operatività della fabbrica lo è alla stanchezza e alla gratificazione del lavoro, laddove il teatro, invece, è espressione di cultura e di svago. Gli accostamenti che si creano tra le sedie della collezione, che siano voluti o casuali, rappresentano in modo poetico il paesaggio urbano e la bellezza delle relazioni sociali annesse. Un modo, quindi, per celebrare i rituali sociali, che nella loro ripetitività rappresentano un irrinunciabile elemento di rassicurazione.

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