Dopo 62 anni cade la Stalingrado del Piemonte

Gambetta (Pdl) interrompe il dominio delle giunte rosse che durava dalla nascita della Repubblica

Torino - Ci sono voluti 62 anni ma alla fine ci sono riusciti. La giunta di Orbassano cambia colore dopo una storia decennale di amministrazioni rosse. Adesso è in mano al nuovo sindaco di Forza Italia, Eugenio Gambetta (58,6 per cento) che ha battuto il primo cittadino uscente Carlo Morroni rimasto al 41,3 per cento.
Un cambio della guardia storico. Di tutti i comuni della cintura Orbassano era considerato quello più rosso, inespugnabile, addirittura più di Collegno e Grugliasco, anche loro più rossi che mai. Era dal 1946 che non cambiava colore. La guida della città se l'erano rimbalzata sempre socialisti, comunisti e socialdemocratici. Tutti insieme. Gli anni d'oro risalgono agli anni '80 quando furono sfiorate percentuali plebiscitarie, il 78 per cento, un’enormità per l'epoca. Mai un moderato era salito sulla poltrona più alta della città. La vittoria di Gambetta suona come una rivincita della storia ma anche come una sconfitta del presente. Era il feudo del deputato Mimmo Lucà, diessino di area cattolica, che lì aveva piantato radici.

Alle ultime elezioni il centrodestra si era presentato con un candidato indiano imparentato con Sonia Gandhi per espugnare Orbassano, una mozione degli affetti che non aveva dato esito positivo. Sconfitti. Ci voleva molto di più per vincere. Ci voleva un ex socialista come Gambetta, soprannominato «mister comizio» perché ne faceva uno ogni cinque minuti, casa per casa, mercato per mercato. Li ha fatti anche adesso, a decine, i comizi. E ha vinto. «Ciò dimostra – spiega il coordinatore piemontese di Fi Guido Crosetto – che quando si esprimono candidati che rappresentano il territorio e che conoscono alla perfezione la realtà nella quale operano, i risultati sono inevitabilmente migliori. Non ripeteremo situazioni come quella avvenuta nell'ultima elezione del sindaco di Torino».

La tornata elettorale spaventa e non poco il centrosinistra. La batosta avrà riflessi inevitabili alle elezioni provinciali del prossimo anno. Il presidente Antonio Saitta (Pd) trema.

Pende su di lui non solo la spada di Damocle dell'eventuale bocciatura alle primarie ma anche quella di una clamorosa sconfitta che consegnerebbe al centrodestra la Provincia per la prima volta dopo 20 anni. L'esito di Orbassano è un segnale che in casa Pd interpretano come un cattivo auspicio. Che sia l'inizio della fine dell'impero rosso di Torino e Provincia?

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