"Senza le tasse la benzina costerebbe poco più dell'acqua minerale". Conti alla mano, il presidente della Federazione autonoma italiana benzinai (Faib) Martino Landi ha ragione. Ma guai a dirlo a chi, negli ultimi giorni, ha dovuto macinare chilometri in autostrada e ha pagato oltre 1,70 euro al litro. Peggio che dal gioielliere, insomma. Eppure su cinquanta euro di benzina meno di 1,50 vanno a finire nelle tasche dei benzinai.
"Da sempre - spiega Landi - il carburante è il bancomat dello Stato: quando non sanno dove prendere i soldi, applicano nuove tasse alla benzina". Niente di più vero. La manovra "salva Italia", che per quanto riguarda le accise è già legge, ha introdotto un aumento di 10 centesimi sulla benzina e di 13,6 sul gasolio. E non è finita. Perché con l'inizio del 2012 l'oro nero aumenterà nuovamente per i rincari applicati a livello regionale. Due esempi: per appianare il buco regionale nel Lazio la benzina subirà un ulteriore rincaro di 3 centesimi al litro arrivando a costare 1,75 centesimi al litro; in Toscana, dove la Regione deve rifinanziare il fondo statale che ha anticipato 90 miliardi di euro per le alluvioni di novembre, il rincaro sarà di oltre 5 centesimi al litro e la benzina arriverà a costare 1,78 euro al litro. Un capitale, insomma.
Ma quanto rimane nelle tasche dei benzinai? Calcolatrice alla mano, si capisce subito che il grosso della spesa è dovuta ad accise e Iva. Ogni 50 euro di pieno, infatti, 20,46 euro sono di accise e 6,20 di Iva. A questo vanno aggiunti i costi del prodotto: il 37% del totale (poco meno di 19 euro) vanno a coprire le spese della materia prima, della raffinazione, dello stoccaggio e del trasporto. Se il ricavo complessivo lordo è di 3,22 euro, quello del gestore si assottiglia a 1,43 euro: meno del 3%. "Dall'inizio del 2011 - spiega Landi - l'aumento medio delle accise è stato di quasi il 30%". Per quattro volte, infatti, il governo ha ritoccato al rialzo i prezzi dei carburanti. La prima correzione è stata fatta ad aprile per il Fondo unico per lo spettacolo (Fus), la seconda è servita a raggranellare soldi per i profughi libici. Quindi è stato previsto un terzo aumento per finanziare la Protezione civile all'indomani dell'alluvione in Lunigiana. Il quarto (e ultimo) rincaro è stato quello voluto dal Professore.
In molti, adesso, parlano di liberalizzazione. Ma il presidente del Faib fa notare che la soluzione non sta nell'aumentare i punti vendita ma, piuttosto, nell'intervenire su una rete di distribuzione vecchia: "In Italia ci sono troppi punti vendita - spiega Landi - al netto delle accise e dell'Iva ci costa dai 3 ai 4 centesimi in più al litro". Nei 25mila punti vendita presenti sulla Penisola, l'erogato medio è di circa 1,5 milioni di litri all'anno.
In Francia e in Germania, dove i benzinai sono circa 10mila, l'erogato raddoppia. "L'Italia è il Paese dell'Eurozona dove la tassazione incide di più - spiega il presidente del Faib - adesso è anche più alta che in Grecia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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